Il fallimento di una non-società

05/01/2011 alle 08:51.

LEGGO (F. MACCHERONI) - Non serve perdere tempo con libri contabili, il fallimento della Roma va al di là delle cifre. Il fallimento della Roma è Pizarro che decide di restare in Cile. E’ Adriano che l’estate scorsa arriva a proprio comodo e che torna a proprio comodo dalle vacanze natalizie dopo sette mesi di semivacanza romana. E’ Vucinic che ha giocato poco più

Di fronte a questo scenario non basta voltare la medaglia e soffermarsi sugli ultimi risultati sportivi. O inventarsi primatisti nella fuga, come Ranieri che, alle domande su Pizarro, taglia corto, anzi, taglia la corda. Se un giocatore che si è caricato la squadra sulle spalle per lunghi mesi improvvisamente diventa riserva di Simplicio, Brighi e Greco e poi si barrica in Cile, qualcosa deve essere successo. Ma non lo spiegano e, adesso, il cattivo (giustamente) è Pizarro. E’ vero che i panni sporchi si lavano in casa, ma per il bucato di Trigoria ormai non basterebbe nemmeno portare il signor Dash.

Unicredit non ha né la voglia né la capacità di gestire una situazione così complicata. E che, purtroppo, continua a complicarsi. Perché una società di calcio non è un immobile. Si muove e, quando prende una certa direzione, finisce male anche per chi aspetta di incassare.