Doni: "Roma, la mia verità"

16/01/2011 alle 10:58.

CORSPORT (P. TORRI) - Doni o Lobont? Che è un po’ co­me essere o non essere o m’ama non m’ama. Perché ad alimentare il dubbio ci ha pensa­to proprio Claudio Ranieri, ieri, quando non ha risposto alla domanda su chi, oggi a Ce­sena, sarebbe stato il portiere della Roma orfana dello squalificato Julio Sergio. Un dubbio che tutti si pensava non ci sarebbe stato, visto che l’estremo difensore romeno è reduce da un infortunio e soltanto da due­tre giorni è tornato ad allenarsi a pieno rit­mo. E invece: Doni o Lobont?

SCELTA -Tutto comunque fa pensare che og­gi a Cesena toccherà di nuo­vo a Doni. Anche se fino ieri in serata Ranieri non aveva parlato con nessuno dei due portieri, la scelta la renderà nota ai giocatori soltanto questa mattina dopo una not­tata di riflessioni e di doman­de in cerca di una risposta.

Anche perché, fino a prova contraria, Doni è il terzo por­tiere della Roma, oltretutto giocatore che è tra quelli sul mercato con l’obiettivo di ridimensionare un monte ingaggi importante e che, sia per i conti di oggi, sia per quelli di domani chiunque dovesse essere il proprietario, è necessario ridurre ancora. L’input di Unicredit in questo senso è stato molto chiaro e, dopo le cessioni di Julio Bap­tista e Cicinho, il no all’addio ad Adriano (cosa che alla banca non ha fatto per niente piacere), il nome di Doni è quello più facil­mente individuabile come possibile parten­te. Ecco perché si può immaginare qualcu­no che voglia spingere il brasiliano a convincersi a lasciare la Roma, garanten­dosi pure una bella figura nei confronti di chi deve decidere il futuro societario roma­nista. Magari anche con storie tutte perlo­menoda verificare.

STORIACCIA -Come quella che si è diffusa nelle ultime ore in cui un possibile trasferi­mentodi Doni al Malaga, sarebbe saltato a causa di soldi extra che il giocatore avrebbe chiesto per il suo papà. Una storiaccia che ieri ha lasciato perlomeno perplessi (quasi) tutti i dirigenti della Roma e ha letteralmen­te mandato su tutte le furie Doni. Al punto che il ha voluto a tutti i costi dire la sua su questa vicenda ai confini della real­tà:«Sono arrabbiatissimo. Non ho mai sen­tito una sciocchezza di questo livello e fran­camente non so chi ha interesse a inventar­si una storia del genere. E’ pure follia, ades­so basta, qualcuno inventa storie su di me per i propri interessi ma stavolta si è anda­ti davvero oltre. Non posso sopportare che si tiri in ballo la mia famiglia. Sono passato sopra tante menzogne e cattiverie, ora sono stanco, ho chiesto al mio av­vocato di intervenire. Questa storia è un’’assurdità. Io non ho mai detto no al Malaga, nessuno del mio staff ha chiesto soldi extra, non rie­sco a capacitarmi come ab­biano fatto a inventare una storia del genere a cui nessu­no crederebbe».In attesa di capire, ieri ha parlato anche il procuratore del giocatore, Ovidio Colucci:«Questa sto­ria è tutta un’invenzione. Fossimo stati interpellati, avremmo spiegato come so­no andate le cose. Abbiamo parlato con il Malaga, soltan­to del contratto del giocato­re, non siamo mai arrivati a parlare di com­missioni. E poi questa storia del padre è pu­ra fantasia di chi inventa favole per i propri interessi. ha spiegato bene come funzionano le cose a Trigoria e a non mi ri­ferisco a nessun dirigente della Roma».

Per quanto ci riguarda, riferiamo quanto ci ri­sulta: la trattativa con il Malaga c’è stata, il club spagnolo a Doni ha offerto un trienna­le da un milione e settecentomila euro netti (ottocentomila euro in meno di quello che gli garantisce il contratto con la Roma), c’è stata una controproposta per un triennale a un milione e novecentomila, il Malaga ha re­plicato che avrebbe fatto conoscere la sua risposta, quella risposta non è mai arrivata. Pronti a dare voce a chi ha un’altra versione.