Cesena è maledetta per la Roma

15/01/2011 alle 10:09.

IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - Per restare agganciata al treno dello scudetto la Roma dovrà andare a vincere su un campo che in tutta la sua storia non ha mai espugnato, quello del Cesena, sul quale ha rimediato 8 pareggi e 2 sconfitte nei 10 precedenti incontri di campionato, nei quali, tra l’altro, ha segnato appena 5 gol con Prati, Pruzzo, Chierico, Nela e Voeller.

IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - 
Per restare agganciata al treno dello scudetto la Roma dovrà andare a vincere su un campo che in tutta la sua storia non ha mai espugnato, quello del Cesena, sul quale ha rimediato 8 pareggi e 2 sconfitte nei 10 precedenti incontri di campionato, nei quali, tra l’altro, ha segnato appena 5 gol con Prati, Pruzzo, Chierico, Nela e Voeller. A queste 10 partite si aggiunge poi quella persa nella Coppa Italia 1996-97 (il 28-9-1996), in cui fin dai sedicesimi la formula prevedeva una partita secca sul campo della squadra più debole. Quel giorno il Cesena vinse 3-1 grazie e per la Roma di Carlos Bianchi arrivò una precoce quanto inaspettata eliminazione. Se non è un tabù questo non sappiamo cosa significhi averne uno. Visto che il Cesena si affacciò per la prima volta in A solo nella stagione 1973-74 questa storiaccia (per i nostri colori) cominciò con l’insignificante 1-1 del 12 maggio del ’74, penultima giornata di un campionato che, proprio quel giorno, vide la Lazio vincere il suo primo scudetto. Ecco, già il fatto di esordire in assoluto a Cesena in una giornata così nefasta andava considerato come un segno del destino avverso. Con quel pari siglato dai gol di Catania e Pierino Prati i romagnoli si salvarono, mentre la Roma rimase nel limbo del centro-classifica. Anche l’anno dopo la trasferta in Romagna arrivò sul finire del campionato, alla quart’ultima giornata. La Roma era in corsa per il vertice (poi finirà terza tra squilli di trombe e rulli di tamburi), mentre il Cesena lottava come al solito per la salvezza.
Finì 0-0 con buona pace di tutti. Nel campionato 1975-76, invece, i bianconeri andarono alla grande, tanto che lo chiusero al sesto posto insieme al . La Roma, invece, andò malino e a casa loro perse la seconda partita del torneo per 2-0 in virtù dei gol dell’ex laziale Mario Frustalupi e di Urban. Ma il tracollo in Romagna era ancora di là da venire e si verificò alla diciassettesima giornata del campionato seguente (1976-77), la seconda del girone di ritorno (20 febbraio 1977).

Dal campo dei bianconeri, infatti, la Roma uscì umiliata da un pesante 4-0 firmato da Pepe, Piangerelli, Mariani e "Gil" De Ponti, un centravanti di peso che aveva esordito in A proprio nel Cesena-Roma 2-0 dell’anno precedente. Nonostante questa sonante vittoria, però, il Cesena retrocesse in B in quanto ultimo classificato con appena 14 punti, mentre la Roma chiuse nel suo solito centro-classifica a quota 28. Da quel momento per i romagnoli si aprì un lungo periodo di purgatorio e per rivederli in A bisogna fare un salto in avanti fino al torneo 1981-82, quando esordirono in casa di nuovo nella massima serie proprio contro la Roma, loro ospite alla seconda giornata di quel campionato. Finì 1-1 con il gol di "Dodo" Chierico e l’autorete di Carletto . La squadra giallorossa l’anno prima aveva sfiorato lo scudetto negatole dal famoso gol annullato a Turone in casa della ed era ormai considerata una delle grandi del campionato, mentre il Cesena era in lotta per la salvezza, che conquistò a spese del Como e di due nobili decadute come e Milan. Per i rossoneri, tornati in A l’anno prima dopo la B vissuta per il calcio scommesse, la seconda retrocessione in tre anni arrivò proprio sul campo del Cesena, dove vinsero 3-2 all’ultima giornata. L’epilogo, per loro, fu atroce, poiché fino a cinque minuti dal 90’ erano salvi, ma poi furono condannati dal pareggio del genoano Faccenda a su papera del Castellini. Nel campionato seguente la Roma fu campione d’Italia, nonostante ciò, però, a Cesena dovette accontentarsi di un 1-1 siglato da Pruzzo e dal difensore Arrigoni il 27-2-1983 su un campo gelato e circondato dalla neve spalata in mattinata. Ad inizio ripresa, sullo 0-0, Tancredi parò un rigore dell’austriaco Schachner evitando alla Roma di passare in svantaggio. Alla fine, dunque, fu un pari dolce-amaro che, tra l’altro, non servì al Cesena, che chiuse penultimo con 22 punti e retrocesso in B insieme a Cagliari e Catanzaro. Lo ritroveremo in A dall’87 al ’91 e in quei 4 campionati manterrà la sua favorevole tradizione interna contro la Roma fermandola sempre sul pareggio: per 0-0 il 31-1-1988; per 1-1 con i gol di Nela e Agostini il 20-11-1988; ancora per 0-0 il 4-2-1990 e ancora per 1-1 il 17-3-1991 in virtù della rete di Voeller e del rigore di Ciocci, che siglò così la quarta rimonta consecutiva dei bianconeri tra le mura amiche contro la Roma. Sarà bene tenerne conto: se la squadra di Ranieri passerà in vantaggio dovrà ricordarselo per evitare di subirne un’altra e di aggiungerla a quelle già incamerate in questo campionato.