IL ROMANISTA (D. GALLI) - Ci siamo. A meno di sorprendenti slittamenti, la deadline ha una data e unora precise. Le 18 di oggi. È questo il termine entro cui andranno presentate le offerte vincolanti per lAs Roma. Due sono i soggetti sicuramente ancora in corsa: la cordata americana capitanata dallitaloamericano Thomas Richard DiBenedetto e Giampaolo Angelucci.
Lofferta americana sembra essere in vantaggio. Se non altro perché Unicredit ci ha messo la faccia, volando negli Stati Uniti pur di ottenere una gara a due con Angelucci. La cordata che fa capo a Thomas Richard DiBenedetto è rimasta in contatto in questi giorni con Fiorentino e Peluso. In conference call, sarebbero stati definiti gli ultimi dettagli della futura proposta. Gli investitori a stelle e strisce dovrebbero mettere sul piatto circa 200 milioni di euro, milione più milione meno. DiBenedetto & Co. dovrebbero offrire tra i 120 e i 130 milioni per il 67% dellAs Roma, la quota di controllo attualmente detenuta da Roma 2000. La somma restante sarebbe destinata allOpa, lofferta pubblica dacquisto che andrà lanciata sullaltro 33%. Nellipotesi a stelle e strisce, dietro precisa richiesta della cordata, Unicredit dovrebbe restare nel capitale sociale con una partecipazione di minoranza, ma definita «importante» da alcune fonti finanziarie. Piazza Cordusio resterebbe come punto di riferimento finanziario per gli americani. La banca manterrebbe questa quota per un anno, poi ne cederebbe una fetta - si dice la metà - a uno o più soggetti. Unicredit ha sondato il terreno con più di un invesitore. Si sono fatti i nomi di Francesco Angelini, del fondo Clessidra e della famiglia Parnasi. Se linvestimento complessivo degli americani dovesse aggirarsi, come pare, attorno ai 200 milioni di euro, Giampaolo Angelucci dovrebbe quantomeno pareggiarne la cifra. Limprenditore ha annunciato sabato di voler presentare unofferta «il più possibile competitiva». Il re delle cliniche private avrebbe lavorato anche in questo weekend assieme ai suoi avvocati e agli advisor di Kpmg e Banca Imi (Intesa SanPaolo). Gli americani e Giampaolo Angelucci. Il terzo soggetto che alcune fonti insistono nel voler piazzare ancora nel lotto è Aabar. Aggiungiamo: il potentissimo Aabar. Dopo Mediobanca, che detiene il 5,143% del capitale, il fondo di Abu Dhabi è infatti il secondo azionista
di Unicredit con il 4,991%.