Sensi-Ancelotti, c’è l’accordo

13/12/2010 alle 10:24.

LEGGO (F. BALZANI) - Ancelotti alla guida della Roma. Non subito. A giugno. La trattativa per portare il tecnico del Chelsea a Trigoria infatti sembra essere arrivata a un punto di svolta. La scelta è stata fatta dalla famiglia Sensi che nelle ultime settimane ha dato mandato a Bruno Conti di convincere il suo ex-compagno di squadra. Ancelotti non ci ha pensato troppo. Con il Chelsea vive ormai una situazione da separato in casa, non tanto per i risultati (appena 5 punti nelle ultime 6 gare), ma per le recenti scelte societarie: prima il licenziamento del vice-allenatore Wilkins, quindi l’annuncio dell’addio a fine stagione del ds Arnesen, i suoi principali alleati. L’impressione di Carletto è che Abramovich g

A convincere i Sensi sono stati i recenti risultati di Ranieri e il clima di guerra che si vive nello spogliatoio tra il tecnico e i giocatori. Ieri a Sky, Ranieri ha sbottato per una domanda inerente al caso Pizarro: «Vi piace fare polemica, ma se continuate così a Roma non vi vedrà più nessuno», ha detto all’emittente che versa 60 milioni a stagione nelle casse giallorosse. Una frase che non è piaciuta a Sky, né alla società che però (almeno ufficialmente) non prenderà provvedimenti.

In campo intanto si registrano ancora litigi (ieri tra Mexes e Borriello) mentre tra panchina e tribuna sono tanti gli scontenti. Pizarro è il primo di una lunga lista che coinvolge Doni, Vucinic (ancora un infortunio dell’ultima ora), e Adriano. Ieri il suo procuratore, Rinaldi, ha detto a una emittente brasiliana di non sapere dove giocherà il giocatore a partire da gennaio, mentre la Sensi all’uscita dell’Olimpico ribadiva la sua incedibilità: «Non so dove prendiate queste notizie, ma Adriano resta e sarà un giocatore della Roma». Il presidente giallorosso ha risposto in maniera piccata anche alle domande su Menez: «Lo sapevo che era un campione. Altri invece ci prendevano in giro». L’unico sorriso di giornata è proprio quello del francese: «In questa Roma sono felice». L’unico