«Sandri, fu omicidio volontario»

02/12/2010 alle 10:14.

CORSPORT - Nove anni e quattro mesi per omicidio volontario: questa la sen­tenza emessa ieri pomerig­gio dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze a cari­co di Luigi Spaccarotella, l'agente di Polizia che l'11 novembre 2007 esplose il colpo di pistola ferendo mortalmente Gabriele San­dri nell'area di servizio Ba­dia al Pino

Come prean­nunciato, l'avvocato Bagattini, uno dei lega­li di Spacca­rotella, alla lettura ha confermato il ricorso in Cassazione.

ACCUSA - E' stato l'epilogo di una giornata molto lun­ga e tesa che aveva ovvia­mente avuto come tema centrale le diverse posizio­ni istruttorie delle due par­ti. Da un lato il pg Aldo Giubilaro, affiancato dal pm Giuseppe Ledda che ha coordinato tutta l'inchiesta e che nel processo di primo grado in Corte d'Assise ad Arezzo aveva chiesto una condanna a 14 anni per omicidio volontario. Il te­ma centrale dell'argomen­tazione addotta è stato la volontarietà dello sparo con l'intenzione di fermare la macchina dentro la qua­le Gabriele Sandri, con al­cuni amici, si stava muo­vendo per riprendere il cammino verso Milano per assistere ad Inter- Lazio. L'agente non poteva vedere la parte bassa dell'auto e pur non mirando l'abitaco­lo, secondo Giubilaro e Ledda, la direzione della pistola era quella, dopo aver ricordato tra le altre cose la distanza tra Spac­carotella e la macchina, il fatto che la pistola non fos­se di precisione e l'irrile­vanza di un'eventuale de­viazione della traiettoria del proiettile causata dalla rete che divide le due car­reggiate. « Si può dire che Spaccarotella - ha doman­dato in forma retorica il pg Giubilaro -abbia agito nel­la ragionevole convinzione di non colpire nessuno?» . Da qui, la richiesta ad una condanna di 14 anni per omicidio volontario (come nel luglio 2009), specifi­cando che non si sarebbe opposto alla proposta della difesa di ottenere una ridu­zione di un terzo della pena con il rito abbreviato.

DIFESA- Gli interventi fina­li sono stati quelli degli av­vocati Ba­gattini e Mo­lino, al ter­mine dei quali è stata formulata larichiesta della ridu­zionedi pe­na per Luigi Spaccarotel­la e la con­ferma del reato di omi­cidio colpo­so. A soste­gno, Bagatti­ni e Molino hanno sotto­lineato che, in base alla ri­costruzione della difesa, il colpo partì accidentalmen­te dalla pistola dell'agente di Polizia e che il proiettile fu deviato invece in manie­ra determinante dalla rete che appunto separa le cor­sie di percorrenza all'altez­za dell'area di servizio nei pressi di Arezzo. Gli avvo­ di Spaccarotella, come detto, hanno poi prefigura­to il ricorso davanti alla Corte di Cassazione nel ca­so in cui vi fosse stata una condanna per omicidio vo­lontario con dolo eventuale «per la evidente spropor­zione della pena prevista (21 anni) per un'ipotesi di reato che prevede la volon­tarietà intesa come accet­tazione del rischio» . Ag­giungendo, infine, la ri­chiesta di rito abbreviato. Così è stato ( condanna a nove anni e quattro mesi per omicidio volontario con dolo eventuale, ma ri­conosciuta la riduzione di un terzo della pena). E co­sì sarà ( ricorso in Cassa­zione).