
CORSPORT - Nove anni e quattro mesi per omicidio volontario: questa la sentenza emessa ieri pomeriggio dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze a carico di Luigi Spaccarotella, l'agente di Polizia che l'11 novembre 2007 esplose il colpo di pistola ferendo mortalmente Gabriele Sandri nell'area di servizio Badia al Pino
ACCUSA - E' stato l'epilogo di una giornata molto lunga e tesa che aveva ovviamente avuto come tema centrale le diverse posizioni istruttorie delle due parti. Da un lato il pg Aldo Giubilaro, affiancato dal pm Giuseppe Ledda che ha coordinato tutta l'inchiesta e che nel processo di primo grado in Corte d'Assise ad Arezzo aveva chiesto una condanna a 14 anni per omicidio volontario. Il tema centrale dell'argomentazione addotta è stato la volontarietà dello sparo con l'intenzione di fermare la macchina dentro la quale Gabriele Sandri, con alcuni amici, si stava muovendo per riprendere il cammino verso Milano per assistere ad Inter- Lazio. L'agente non poteva vedere la parte bassa dell'auto e pur non mirando l'abitacolo, secondo Giubilaro e Ledda, la direzione della pistola era quella, dopo aver ricordato tra le altre cose la distanza tra Spaccarotella e la macchina, il fatto che la pistola non fosse di precisione e l'irrilevanza di un'eventuale deviazione della traiettoria del proiettile causata dalla rete che divide le due carreggiate. « Si può dire che Spaccarotella - ha domandato in forma retorica il pg Giubilaro -abbia agito nella ragionevole convinzione di non colpire nessuno?» . Da qui, la richiesta ad una condanna di 14 anni per omicidio volontario (come nel luglio 2009), specificando che non si sarebbe opposto alla proposta della difesa di ottenere una riduzione di un terzo della pena con il rito abbreviato.
DIFESA- Gli interventi finali sono stati quelli degli avvocati Bagattini e Molino, al termine dei quali è stata formulata larichiesta della riduzionedi pena per Luigi Spaccarotella e la conferma del reato di omicidio colposo. A sostegno, Bagattini e Molino hanno sottolineato che, in base alla ricostruzione della difesa, il colpo partì accidentalmente dalla pistola dell'agente di Polizia e che il proiettile fu deviato invece in maniera determinante dalla rete che appunto separa le corsie di percorrenza all'altezza dell'area di servizio nei pressi di Arezzo. Gli avvocati di Spaccarotella, come detto, hanno poi prefigurato il ricorso davanti alla Corte di Cassazione nel caso in cui vi fosse stata una condanna per omicidio volontario con dolo eventuale «per la evidente sproporzione della pena prevista (21 anni) per un'ipotesi di reato che prevede la volontarietà intesa come accettazione del rischio» . Aggiungendo, infine, la richiesta di rito abbreviato. Così è stato ( condanna a nove anni e quattro mesi per omicidio volontario con dolo eventuale, ma riconosciuta la riduzione di un terzo della pena). E così sarà ( ricorso in Cassazione).