LEGGO (F. BALZANI) - E vissero infelici e scontenti. Almeno nelle ultime settimane. Nello spogliatoio della Roma più che le liti in campo (quella tra Burdisso e Totti è stata la terza dellanno), a preoccupare sono i malumori dei cosiddetti ex-titolari. Il caso più clamoroso riguarda Pizarro. Prima del suo infortunio (patito a ottobre) il cileno era considerato fondamentale per il gioco giallorosso.
LEGGO (F. BALZANI) -
E vissero infelici e scontenti. Almeno nelle ultime settimane. Nello spogliatoio della Roma più che le liti in campo (quella tra Burdisso e Totti è stata la terza dellanno), a preoccupare sono i malumori dei cosiddetti ex-titolari. Il caso più clamoroso riguarda Pizarro. Prima del suo infortunio (patito a ottobre) il cileno era considerato fondamentale per il gioco giallorosso. Lo conferma il ruolino di presenze (46 complessive) della scorsa stagione quando risultò uno dei migliori per rendimento e continuità. Oggi il Pek è considerato di troppo nel nuovo centrocampo a tre di Ranieri che vede De Rossi davanti alla difesa e due corridori come Brighi e Greco (o Simplicio) ai lati. E così per Pizarro è arrivato lamaro gusto della panchina e la sensazione di essere il capro espiatorio delle sconfitte della Roma. Il cileno nello spogliatoio ricopre un ruolo particolare: è la mente del gruppo così come lo è in campo e lo scontro con Ranieri porterebbe avere ripercussioni pesanti. Intanto Pizarro continua a non allenarsi per un attacco febbrile e la sua presenza (obbligata vista lassenza di De Rossi) con il Bari è in dubbio.
Altra faccia triste, quella di Vucinic. Il montenegrino oggi è considerato il quarto attaccante e lappuntamento col gol manca ormai dal derby. Nelle 22 gare giocate dalla Roma, Vucinic si è visto soltanto in 12 occasioni. Il montenegrino chiede da tempo un adeguamento contrattuale che, vista lattuale situazione societaria, non può arrivare. Difficile trattenerlo: Liverpool e Tottenham sono disposte a versare 25 milioni, mentre Inter e Bayern restano alla finestra pronte a farsi avanti. Anche Adriano ha voglia di cambiare aria. Ieri il suo procuratore, Rinaldi, ha confermato linteresse di Corinthians e Palmeiras aggiungendo però che «Adriano deve rimanere a Roma, perché solo qui può dimostrare di essere tornato grande». Doni e Baptista invece, sono decisi a restare. Il primo ufficialmente per ragioni familiari (non vuole portare via i figli durante il periodo scolastico). Dietro il no al West Ham, però, si nasconde la voglia di fare un dispetto alla Roma che in questo modo non potrebbe arrivare a Behrami. Baptista invece ha un contratto pesante e non accetta di guadagnare meno o di trasferirsi in campionati minori come quello turco.




