Ranieri: Ragazzi, nulla è perduto

06/12/2010 alle 09:42.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Si sentiva solo il rumore delle docce. Calde, caldissime. Perché a fare male non è solo il freddo preso al Bentegodi. Nell’animo dei giocatori romanisti, al fischio finale di Chievo-Roma, c’è di più. C’è la sensazione di aver buttato l’ennesima occasione

Ci devono credere anche i giocatori però. E, soprattutto, lo devono dimostrare sul campo. Perché è vero che tutte le porte sono ancora aperte, ma è vero anche che i treni a disposizione per la vittoria finale

iniziano a scarseggiare. È arrivato - per l’ennesima volta quest’anno - il momento di tirare fuori orgoglio e carattere. E devono essere i senatori a guidare il gruppo: Nicolas Burdisso è uno di quelli che prende spesso la parola nelle situazioni difficili. Sabato sera però anche lui è rimasto in silenzio. Troppo nervoso, il Bandito, troppo deluso per una vittoria sfumata all’ultimo. Dopo il primo gol del Chievo ha incoraggiato i compagni, le sue urla si sentivano anche in tribuna, ma poi, dopo il pareggio, ha preferito non dire niente. Così come De Rossi, deluso per il risultato e per l’espulsione, e Julio Sergio, che non riusciva a darsi pace per il gol incassato che ha riaperto una partita che sembrava messa in cassaforte.

Anche sul pullman per l’aeroporto l’atmosfera era la stessa: occhi bassi, musica nelle orecchie, pochissima voglia di parlare. Meglio metabolizzare un pareggio che sa di sconfitta: «Ma adesso pensiamo al Cluj e alla prossima di campionato, Bari o Milan che sia», assicurano da Trigoria. Dove tutti pensavano (e speravano) di chiudere in ben altro modo questo 2010 che, comunque vada, ha visto la Roma fare in Italia più punti di tutti. E questo è un fatto. Da cui, in un modo o nell’altro, bisogna ripartire: «Perché nulla è perduto».