IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Laria del Bentegodi non sarà tiepida come il 16 maggio scorso, ultima di campionato e anche ultimo successo esterno della Roma, ma il clima, gelo e possibile nevicata, non può essere lennesimo alibi di una stagione fin qui anonima, ancor di più lontano dallOlimpico. «Spero che i miei giocatori abbiano capito gli errori di domenica scorsa: perseverare sarebbe diabolico». Claudio Ranieri va sul
La Roma gioca in anticipo a Verona e non è solo scadenza di calendario: deve recuperare terreno sulle rivali, dopo la sbandata in Sicilia che costa il settimo posto, posizione deprimente se si pesa lorganico, competitivo e ormai quasi al completo. Oggi pomeriggio contro il Chievo, lunico risultato è la vittoria. Per cancellare la figuraccia di Palermo e, al tempo stesso, ritrovare il comportamento da grande pure fuori casa, solo 2 punti in 6 tentativi, perché il settimo, vinto, è il derby. Così il secondo viaggio consecutivo è da sfruttare per sentirsi ancora in corsa per il titolo. «Mi aspetto una grande gara, come dopo ogni caduta» è la previsione di Ranieri.
Si fida della Roma, ma la restaura. E questo qualcosa sta a significare. Il flop di domenica scorsa determina quasi una rivoluzione. Se teniamo fuori dal discorso il portiere titolare Julio Sergio, cambierebbe quasi mezza Roma, cioè 4 giocatori su 10: Burdisso senior per Juan, Castellini per Riise (lunico infortunato), Brighi per Pizarro e Vucinic per Totti(o Menez). Questultimo è il grande dubbio, considerando gli acciacchi del francese. La Roma sarà, dunque, differente, a prescindere dagli avvicendamenti. E non centra il turn over in vista della lontana gara in Romania, mercoledì sera a Cluj, dove anche con una sconfitta i giallorossi potrebbero passare il turno (il Basilea dovrebbe vincere a Monaco contro il Bayern). Ranieri può scartare alcuni big dal gioco delle coppie, separando Mexes da Juan, De Rossi (dovrebbe esserci nonostante il leggero stato influenzale) da Pizarro e Borriello da Totti. Perché questultimo, giocando, farebbe più il trequartista che la punta. Rotazione mirata allequilibrio tattico di un assetto (rombo) che piace agli interpreti: «Nonostante Palermo, non mi sembra che sia il caso di scartarlo». Nè di bocciare Menez: «Jeremy è intelligente, sa riconoscere i suoi errori in una partita».
Tornando indietro, appare il rimpianto: «Vincendo in Sicilia saremmo diventati terzi ed avremmo dato un segnale al campionato. Ora cè il Chievo, forte e determinato che gioca più o meno come il Palermo, tutti dietro per ripartire a tremila allora. Sarà un campo bruttissimo. Dobbiamo far vedere che abbiamo capito la lezione». Svicola da maestro sulle discussioni allinterno dello spogliatoio e si affida a una battuta infelice: «Io credo che avrete più problemi voi giornalisti con le vostre fidanzate o mogli che i ragazzi tra di loro». Che Borriello ha sempre il vaffa pronto, però, non può negarlo: «Non deve gesticolare, non deve fare queste cose, ma è una cosa che già gli ho detto. E mi sembra che con certe dichiarazioni, ha ammesso che deve farne a meno». La società è in vendita, ma la situazione non si sblocca. Ranieri non ritiene che lo stallo incida sul rendimento della squadra. «Perché la dottoressa Sensi non ci fa mai mancare il suo attaccamento. Ci guida. Non avvertiamo questo vuoto, nè il fatto che la questione non sia ancora risolta. Noi sappiamo che dobbiamo rispondere sul campo. Tutto il resto sarebbe mettere le mani avanti, sarebbe nascondersi dietro qualcosa che non esiste». Chiude su Adriano: «A me non ha detto niente. Tutti sanno che io non tengo nessuno controvoglia. Lui non gioca perché alcuni campioni di questa squadra stanno meglio di lui». Il presidente del Corinthians è sincero: «Per noi è un acquisto impossibile. In prestito, sì». E con lingaggio pagato dalla Roma: facile, no?