«Ragazzi, mi sono ripreso la Roma»

20/12/2010 alle 09:18.

GASPORT (A. CATAPANO) - Dopo il grande freddo, lo scongelamento, e la piacevole riscoperta del calore. Il calore umano, e sì che ne aveva bisogno. Le parole al miele (e al fiele, per qualcun altro) dell’amico Daniele De Rossi, gli vengono riferite prontamente, sono ben più che una vigorosa pacca sulla spalla. Sono un abbraccio supplementare, dopo quella morsa d’«amore» che li ha stretti al fischio finale di Milan-Roma. «E lì — confida

Doni, si è ripreso la Roma?

«Dopo tanto tempo ho avuto un’occasione e credo d’averla sfruttata bene, dimostrando di essere all’altezza anche di questa Roma».

Come si sente?

«Felice, soddisfatto, mastravolto. Dal freddo e dalla stanchezza. Adesso posso dirlo: non è stato facile rientrare a San Siro, contro il Milan, in quelle condizioni climatiche, e dopo tanta inattività. Un conto è allenarsi, tutt’altro giocare partite vere. Mi mancavano, in effetti».

Ci spiega come è riuscito a ipnotizzare Ibrahimovic?

«Ho fatto ciò che in quelle circostanze si richiede ad ogni : restare in piedi. Niente di più, perché onestamente più che parare io ha sbagliato lui. Per il resto, è stata una serata tranquilla».

Le avranno riferito le parole di : l’ha difesa a spada tratta, l’ha messa sullo stesso piano di Buffon, ha ricordato di quando giocò a lungo infortunato, ha detto che lo spogliatoio ha sempre creduto nelle sue qualità. Insomma, una gran bella pubblicità.

« Sinceramente, non me le aspettavo di questo tenore. Cosa devo dire? Sono parole bellissime, mi riempiono d’orgoglio, lo ringrazio».

ha usato parole forti anche per stigmatizzare chi in questi mesi l’ha criticata in radio.

«(Sorride...) Ripeto, lo ringrazio, per me le sue parole sono un attestato di stima, tutto qua».

Doni, e ora? «E ora cosa? Tra poco parto, alle sei ho un aereo per il Brasile, viaggio con Juan e Adri. È quasi Natale, ci rivediamo nel 2011».

Intendevamo, e ora che succede, torna titolare?

«Piano... fosse per me, ma non sono io che devo rispondere a questa domanda, sono altri che devono decidere. Io mi sono fatto trovare pronto e, almeno per una sera, posso dire di essermi ripreso la Roma. La mia Roma».

P.S. Alla Malpensa, mentre si vaga nei lunghi corridoi dell’aeroporto deserto alla ricerca del gate giusto, Doni se lo coccolano un po’ tutti, i compagni brasiliani, Mexes, Bruno Conti, Daniele Pradè. Il direttore sportivo scherza (scherza?): «E ora posso venderlo a gennaio». Lo richiedono in Inghilterra, l’Aston Villa gli farebbe ponti d’oro e, soprattutto, gli darebbe un posto fisso. Mentre si fanno tutte queste considerazioni, mentre si azzardano nuove, anzi vecchie gerarchie, Julio Sergio se ne sta in un angolino, ferito all’adduttore e «schiaffeggiato» da De Rossi. Il fiele di cui sopra. «Ma io — sussurra Julio — al rientro dalle ferie sarò completamente guarito...».