Pizarro resta in dubbio, torna Vucinic

10/12/2010 alle 09:28.

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Complice l’infortunio di Julio Sergio (gli esami svolti ieri dal portiere hanno evidenziato un’elongazione all’adduttore della gamba destra: non giocherà domenica ma dovrebbe tornare a disposizione contro il Milan) e la squalifica di De Rossi, contro il Bari spazio alla ventitreesima formazione diversa in altrettante gare ufficiali.

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - 
Complice l’infortunio di Julio Sergio (gli esami svolti ieri dal hanno evidenziato un’elongazione all’adduttore della gamba destra: non giocherà domenica ma dovrebbe tornare a disposizione contro il Milan) e la di , contro il Bari spazio alla ventitreesima formazione diversa in altrettante gare ufficiali. Ranieri, che ieri ha tenuto insieme alla dirigenza a rapporto la squadra, spera di recuperare Pizarro. Il cileno non è partito per Cluj e non si è visto nemmeno alla ripresa degli allenamenti. Tornerà a Trigoria oggi (forse...) ma la forma influenzale che lo ha colpito lo ha fortemente debilitato. Bisognerà valutare le sue condizioni soprattutto nella giornata di domani: qualora ce la facesse, andrebbe a completare insieme a Brighi e Simplicio il trio dei mediani. Altrimenti, verrà sostituito da Greco (o Taddei) con Simplicio che agirà nel vertice basso del rombo. Se in difesa rientrerà Juan, in avanti Vucinic partirà dal primo minuto mentre Menez sarà confermato trequartista ballottaggio Borriello-. A sorpresa, oggi Riise potrebbe nuovamente allenarsi con il gruppo.

Perrotta, invece, spera di farcela per l’anticipo del 18 dicembre a San Siro per il quale il Casms ha dato il via libera alla trasferta dei tifosi giallorossi. Capitolo Adriano: oltre a Corinthians e Palmeiras, ora si fa sotto anche il Flamengo. L’avventura nella capitale del brasiliano è al capolinea. Flamengo e Corinhtinas sono in attesa di ingaggiarlo). All’interno della Roma il Partito degli Scontenti è molto numeroso, ma questo non significa che ci sia voglia di far fuori l’allenatore. Del resto, i giocatori sanno che la dirigenza non lo farà mai anche perchè non può permetterselo. Così se la Roma vince va tutto (apparentemente) bene; se invece la vittoria non arriva a far notizia sono anche/soprattutto cose extracampo. E così più che discutere dell’assoluta mancanza di gioco della squadra, della sua incapacità di tenere per due tempi, dell’incapacità di saper gestire un vantaggio, anche doppio come accaduto a Verona, e dell’inesistenza di una formazione-base a vantaggio di un finto turn over (ventidue gare ufficiali, ventidue formazioni diverse: è turn over?) tiene banco lo scambio di paroloni e parolacce tra i giocatori, salvo poi trovarli seduti l’uno accanto all’altro tutte le sere in un ristorante della capitale, a mangiare e ad interrogarsi sul futuro.