Moscardelli-De Rossi, la maglia e le scuse

06/12/2010 alle 10:11.

CORSPORT (R. MAIDA) - Un gol doloroso. Doloro­so davvero. Davide Moscardelli non voleva far male alla Roma e l’ha dimostrato con i fatti. Quan­do il pallone dell’1-2 del Chievo è entrato in porta, lui è andato di corsa verso il centrocampo senza festeggiare. Anzi, si è messo una mano davanti al viso come a dire: «Mamma mia, cosa ho fatto» .

LA STORIA - Moscardelli, nato a Tor de’ Cenci, pochi chilometri a sud dell’Eur, è un tifoso della Ro­ma prima che un professionista del calcio. E’ uno di quelli che ri­dono e piangono per la squadra del cuore. Se i suoi impegni di centravanti glielo consentono,guarda sempre le partite della Roma in tv. Stravede per , che sognava da una vita di incro­ciare su un campo di serie A. Per questo gli è sembrato innaturale danneggiarla da avversario. Ne­gli spogliatoi, sabato sera, non ha incontrato i romanisti perché è stato a lungo impegnato nelle in­terviste ma si è beccato le prese in giro dei compagni:« Non hai nemmeno esultato, bravo!».

IL FALLO - Moscardelli è dispiaciu­to anche per essersi trovato coin­volto, suo malgrado, nell’espul­sione di . Si era rialzato subito dopo il fallo proprio per evitare che Rizzoli scegliesse la punizione più severa. Inutile, pe­rò. era piuttosto infasti­dito già all’inizio, perché non vo­leva giocare sul campo indecente del Bentegodi. E dopo il 2-2, è en­trato duro sul primo giocatore che gli è capitato a tiro: guarda caso, Moscardelli. Ma non c’era alcun problema personale. Tanto è vero che i due, qualche giorno prima della partita, si erano “par­lati” attraverso pro­mettendosi lo scambio della ma­glia. Scambio che c’è stato duran­te l’intervallo. Ieri, poi, ha chiesto scusa a Moscardelli. Scuse accettate, ovviamente. Da tifoso a tifoso.