I dolori di Totti, i guai della Roma

10/12/2010 alle 10:38.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Salvate il soldato Totti. Mai così irascibile, mai così discusso, mai così sconfortato perché si è reso conto della verità detta a suo tempo da Roberto Baggio: nel calcio non esiste la parola riconoscenza. E salvate anche la Roma, che è ritornata da Cluj con la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League (e 8 preziosi milioni di euro tra premio Uefa, ma

Il litigio in campo tra Totti e Nicolas Burdisso, davanti a telecamere e testimoni, è stato feroce. Tanto che l’arbitro scozzese Collum, sentendo urlare e pensando a una scaramuccia tra avversari, era andato a controllare. Visto che si trattava di compagni di squadra, si è tranquillizzato. L’argentino si è lamentato per i gol che gli attaccanti si erano divorati e ha risposto per le rime, non gradendo la plateale gestualità di Burdisso in campo.

Le liti, tra professionisti, si dimenticano, ma restano la difficile coesistenza tattica tra e Borriello e il clima che il capitano sente intorno a sé. si sta sacrificando a giocare più lontano dalla porta e ha segnato solo 4 gol in stagione, 3 su rigore. Allontanato dal ruolo di centravanti, dove aveva fatto sfracelli con Spalletti, il suo rendimento è calato. L’ideale sarebbe tornare di punta, con Vucinic e Perrotta che si adattano al suo gioco più di Borriello e Ménez, ma Ranieri deve far convivere tante esigenze. Nel frattempo, per la prima volta nella sua carriera, deve affrontare le critiche di alcuni tifosi. E questo lo amareggia.

Da qui una tensione continua. È forse un caso che la Roma abbia il record di espulsioni in campionato, con 5? E la lite -Burdisso, ricomposta, è arrivata a breve distanza da un altro chiarimento «forte», dopo Palermo-Roma, quando in parecchi avevano chiesto spiegazioni a Borriello per il suo gesticolare dopo i gol subìti. , con la consueta franchezza, non ha nascosto che tra lui e Borriello, per altro amici, erano volate parole e parolacce. E lo stesso , a Cluj, ha confermato che la misura è colma: «Succede di discutere tra compagni, ma sarebbe meglio che accadesse negli spogliatoi».

Ranieri ha chiesto a tutti che non si ripetano casi di insofferenza, in campo e fuori. Ma non basta un richiamo a cancellare situazioni di malessere, come quelle di Vucinic e di Pizarro, che si sentono a margine. E, senza una società forte, ogni problema può diventare un caso.