Finale di partita con crollo

11/12/2010 alle 09:25.

CORSERA (D. BERSANI) - «Inconcepibili». Difficile trovare un sinonimo più efficace per spiegare amnesie e omissioni della fase difensiva di una Roma che continua a incassare gol a raffica con la retroguardia schierata. Le ingenuità che sono costate già parecchi punti pesanti ai giallorossi sono sotto osservazione dello staff tecnico che tuttavia non riesce ancora ad eliminare le sviste.

 

«Sette contro due nella nostra area di rigore: non è possibile», aveva detto Claudio Ranieri a caldo dopo la sconfitta di Palermo. Le azioni incriminate sono state spesso analizzate dal gruppo nelle sedute tecniche davanti al video, ma i risultati non arrivano. Scarsa pressione dei centrocampisti, cali di tensione e problemi d’intesa nelle marcature degli avversari: la somma di questi fattori confluisce in un dato preoccupante. Nelle 22 gare ufficiali fin qui disputate tra Supercoppa italiana, campionato e Champions League, la Roma ha subito 34 reti di cui ben 21 nella mezzora finale. Concentrazione ai minimi storici o inevitabili black out di tenuta legati a una condizione atletica approssimativa? Ranieri sempre ha sempre respinto al mittente i dubbi sollevati sulla preparazione fisica, ma le cifre sono ancor più inquietanti per un tecnico pragmatico come lui, che ha sempre badato più alla solidità delle fondamenta rispetto alla ricerca di schemi offensivi. Solo sei volte la squadra giallorossa è riuscita a finire l’incontro con la porta inviolata (Cesena, Inter, Parma, Lecce, Lazio e Udinese) e questo rendimento negativo si deve soprattutto alla scarsa vena dei componenti del reparto a cominciare da Julio Sergio, frenato dagli infortuni a catena.

Non solo. Nicolas Burdisso non sta confermando l’ultima splendida stagione e Juan sembra aver perduto lo smalto dei giorni migliori. Si è ripreso, invece, Mexes che, dopo un avvio di stagione tremendo, è il più in forma. Capitolo esterni: a Cassetti - fin qui il più utilizzato - non si può chiedere molto di più e Riise ha perso la sua proverbiale continuità. Un contributo minimo è arrivato per ora dalle seconde linee: di Guillermo Burdisso si son perse le tracce, mentre Cicinho, Rosi e Castellini giocano (maluccio) e solo in caso di estrema necessità.