CORSPORT (G. D'UBALDO) - Claudio Ranieri cerca di voltare subito pagina e di mettere da parte le polemiche che hanno accompagnato la sconfitta di Palermo. Stasera a Verona forse passa l'ultimo treno per riavvicinarsi alla vetta. La Roma ci arriva con qualche acciacco e una sindrome influenzale che ha debilitato qualche giocatore, a cominciare da De Rossi. Ranieri prova a ripartire:
MERCATO E BORRIELLO - Ranieri parla volentieri della questione mercato. In questi giorni circolano molte voci sul possibile ritorno di Adriano in Brasile. Ma il tecnico estende il discorso in generale:« Adriano sa che il mio spogliatoio è sempre aperto. E' difficile replicare a indiscrezioni che escono su organi di informazione dall'altra parte dell'oceano. Io non ne so niente di una sua eventuale volontà ad andare via, ma dico che chiunque, giocatori e allenatori, se non stanno bene in un posto è giusto che vadano via. Non si deve avere paura a cambiare. Se non fossimo alla Roma Adriano giocherebbe sempre, ma qui ci sono attaccanti più in forma di lui ».
Borriello in campo sembra un'anima in pena, il tecnico non lo boccia, anche se gli ha fatto qualche rilievo:«In certe situazioni si dovrebbe far vedere un po' meno, dovrebbe evitare di gesticolare, già gliel'ho detto ». Qualche rimprovero lo ha fatto anche a Menez, dopo la prestazione di Palermo e il francese questa volta potrebbe partire dalla panchina:«Tutti possono essere coinvolti nel turnover. Cipuò stare nella crescita di ognuno di noi di fare un passo indietro, non è un problema, Jeremy è un ragazzo intelligente, ha capito gli errori, come tutti gli altri ».
MIRACOLI E CRITICHE - Il vero miracolo Ranieri lo fa ogni giorno, a governare in uno spogliatoio dove regna l'incertezza sul futuro:«Il presidente Sensi non ci fa mancare la sua guida, non avvertiamo questo senso di incertezza. Sappiamo che dobbiamo rispondere sul campo, non cerchiamo alibi per l'attuale situazione societarie ». La Roma di Ranieri ha fatto più punti di tutti nel 2010 e nessuno nelle prime cinquanta partite alla guida della Roma ha fatto meglio del tecnico di San Saba. Eppure la critica non gli risparmia nulla:« Io so che devo rendere al massimo e far rendere al massimo la mia squadra. Questo è il mio compito, poi i successi sono figli di tanti fattori. L'anno scorso siamo stati vicini allo scudetto perché una squadra lo stava perdendo. Non bisogna dimenticarlo. Quando sono arrivato stavamo a zero punti in classifica, e detto da voi questa era una squadra finita, con giocatori scoppiati. Invece mi sembrano ragazzi validi pieni di forza e di vitalità. Credo che il lavoro fatto sia stato positivo e credo che gli sia stato dato il giusto risalto. Quest'anno abbiamo avuto difficoltà e sonostateevidenziate».




