E Matthaeus Brighi si riscopre insostituibile

21/12/2010 alle 11:05.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Alla fine gli Stati Uniti sono diventati Stoccolma. Voleva andare lontano, Matteo Brighi, ma poi ha preferito non lasciare l’Europa. Natale con i tuoi, si dice. E così sarà: il centrocampista giallorosso trascorrerà le feste nella sua casa di Rimini con i genitori e i fratelli, mentre in questi giorni si sta rilassando con gli amici nel freddo della capitale sved

L’umore con cui Matteo si è imbarcato per il Nord Europa è buono, anzi ottimo. Perché Brighi, a inizio stagione, si sentiva un po’ accantonato. Con l’arrivo di Simplicio, e la permanenza - scontata - di e Pizarro, pensava che il suo ruolo venisse ridimensionato. L’esplosione di Greco poi era stata un’ulteriore mazzata: nulla di personale nei confronti del ragazzo (anzi, Leandro è amatissimo dallo spogliatoio), ma la presenza di un quinto centrocampista riduceva le possibilità di giocare. E invece no: Ranieri ci ha parlato, gli ha spiegato che, nonostante le offerte ricevute, in estate ha deciso di trattenerlo perché puntava - e punta tuttora - su di lui. E i fatti gli stanno dando ragione. Eccoli: in diciassette giornate, Brighi è stato impiegato quindici volte. Non è mai andato in tribuna e le uniche volte in cui è rimasto in panchina, a Cagliari e Palermo, non è arrivato alcun punto. Analizzando l’intero campionato, l’ex centrocampista del Chievo ha esordito contro il Cesena, entrando nel quarto d’ora finale al posto di . Anche col è entrato al posto di Daniele, giocando però dall’8’ della ripresa. A Brescia è stato impiegato per 90 minuti, con l’Inter è entrato all’81’, giusto in tempo per godersi il gol di Vucinic. A  altri 45 minuti, al posto di Menez, mentre la partita dopo col sono arrivati altri 90 minuti, impreziositi anche da un gol. Gara compleata anche col Parma, mentre col Lecce i minuti in campo sono stati 83. Nel derby è entrato al 33’ della ripresa, con e  nell’ultimo quarto d’ora al posto di Greco. Con l’Udinese altri 90 minuti, così come con Chievo, Bari e Milan. La partita più bella. Quella in cui contava di più, in cui di fronte c’erano campioni affermati come Pirlo prima e Seedorf poi, oltre che sorprese difficili da tenere a bada, come Boateng, pericolosissimo con i suoi inserimenti.

Al ritorno negli spogliatoi per lui ci sono stati i complimenti dei compagni. Baci, abbracci e schiaffi in testa. E sorrisi, tanti. Gli stessi che lo hanno accompagnato sul volo per Stoccolma e che proseguiranno a Rimini e poi a Roma. Perché Matthaus Brighi, ancora una volta, ha dimostrato di essere preziosissimo.