Doni, il «reaparecido»: contro il Milan tocca a lui

14/12/2010 alle 09:43.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Non giocava dal 28 febbraio 2010, un Napoli-Roma finito 2-2, dopo che i giallorossi si erano trovati in vantaggio per 2-0. Era considerato nella migliore delle ipotesi un peso per le casse della società (contratto da oltre 2 milioni netti all’anno) e nella peggiore una «mela marcia» dentro lo spogliatoio.

Ma poiché il calcio, come la vita, a volte dà una seconda possibilità, ecco che Alexandre Donieber Marangon, in arte Doni, sarà il titolare della Roma nell’ultima partita del 2010. Una gara decisiva per il futuro dei giallorossi in campionato: quella di San Siro contro la capolista Milan.

Julio Sergio e , infatti, sono fermi per infortuni muscolari. Il brasiliano ha alzato bandiera bianca a Cluj, si è infortunato al ginocchio contro il Bari, ma il vero problema sarebbe una noia al polpaccio.

Doni, 31 anni, 134 partite in serie A con la Roma, terzo del Brasile nell’ultimo Mondiale anche se in giallorosso non andava nemmeno in panchina, è uomo abituato ai colpi di scena. Il debutto in serie A avvenne il 23 ottobre 2005, addirittura nel derby. Domenica sembrava rinato: «Nella mia testa mi sono sempre sentito titolare e sono contento di aver trasformato i fischi in appalusi. Per me è iniziata una nuova carriera».

Non bastassero i problemi in campo, la Roma ha aperto un altro fronte: quello con Sky. La polemica tra Claudio Ranieri e Massimo Mauro, esplosa nel dopo partita sul caso-Pizarro, con l’allenatore che ha detto tra l’altro «a Roma rischiate che non vi guardi più nessuno», si è arricchita di altre puntate. Rosella Sensi è intervenuta in difesa del suo allenatore: «La società giallorossa ritiene inaccettabile l’atteggiamento di Massimo Mauro. Le uniche cose che fanno male al calcio alla Roma e alla à di Roma sono i commenti di chi ogni tanto dovrebbe imparare a tacere ed a riflettere».

Secca la risposta di Mauro a Radio Radio: «Capisco l’allenatore della Roma, ma non la signora Sensi. Ranieri è un uomo in difficoltà, da quando venne da noi a dire che c’era un complotto contro di lui ordito da Lippi. Posso solo dire che, forse, l’anno scorso, i 45’ finali con la Samp un altro allenatore non li avrebbe persi. Manco di rispetto nel dire che se un allenatore non ha vinto non può gestire certi momenti di difficoltà? Le minacce che ho avuto da alcuni tifosi le ho riferite alla . L’allenatore della Roma e la dottoressa Sensi devono pensare a questo: hanno di fronte una persona che vuole parlare di calcio».