IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Chissà cosa gli è passato per la testa quando, alla fine del primo tempo, Lobont si è fatto male. Con Julio Sergio fuori e il romeno infortunato, oggi sarà sottoposto ad esami, Alexander Doni ci ha messo poco a capire che il suo momento stava arrivando. Si è alzato dalla panchina, si è riscaldato e allinizio del secondo tempo è entrato in campo. Tra i fischi del pubblico giallorosso, che non lo ha accolto nel migliore dei modi. Il pubblico romano, però, sa capire momenti e situazioni e quando il brasiliano si è buttato sulla linea di fondo per recuperare un pallone e evitare un calcio dangolo, i fischi sono diventati applausi.
E un Doni rinfrancato dai suoi primi quarantacinque minuti stagionali in gare ufficiali, dove mancava dal 28 febbraio scorso: la Roma pareggiava a Napoli in una bolgia infernale una partita già vinta e il portiere giallorosso giocava la sua ultima partita da titolare con la maglia della Roma. Dopo quella data la sua avventura romanista è stata tutta in salita perché da quel momento Ranieri ha scelto definitivamente Julio Sergio come titolare della porta giallorossa. Una scelta che Doni ha sempre digerito con fatica, anche perché si è sempre sentito un titolare. E sabato contro il Milan, sempre che Julio Sergio e Lobont non siano protagonisti di improbabili recuperi-record, toccherà di nuovo a lui. Nella gara che probabilmente servirà a misurare le ambizioni scudetto della formazione giallorossa. Roba da far tremare le ginocchia a uno che non abbia la sua esperienza: Doni però è vaccinato a questo tipo di emozioni, visto che ha esordito con la Roma il 23 ottobre del 2005 nel derby contro la Lazio. Nessun problema, quindi, se sabato toccherà a lui. «Il problema portiere non cè - ha detto Ranieri in conferenza stampa - gioca Doni che fino a due anni fa era lidolo dei tifosi della Roma. Mi è dispiaciuto che sia stato un po fischiato. Anche se dopo sono arrivati gli applausi, diamogli calore. Lui mi dà tutto e mi fido».