IL ROMANISTA (L. PELOSI) - Ho giocato con tre geni potrebbe essere tranquillamente lautobiografia di Enzo Gambaro, che ha giocato con Mancini, van Basten e Futre e che ha una cosa in comune con Massimo Mauro: zero presenze in Nazionale.
Enzo Gambaro, che ha giocato con Mancini, van Basten e Futre e che ha una cosa in comune con Massimo Mauro: zero presenze in Nazionale. Lui invece ha giocato con Platini, Zico e Maradona ed è grazie a loro se ha vinto qualcosa. Quando invece gli allenatori si affidavano a lui, come Claudio Ranieri, che per difenderlo perse il posto a Napoli, finivano esonerati. Oggi Massimo Mauro passa
il suo tempo a parlare degli allenatori. Tanto tempo, infatti gliene resta molto poco per svolgere il suo ruolo di consigliere comunale a Torino: solo 4 presenze nel mese di ottobre (sempre più di quante gliene concesse Ottavio Bianchi, uno che era abituato a Maradona, quando subentrò a Ranieri: una). Che giocare con i geni non implichi necessariamente diventarlo, con tutto il rispetto per Enzo Gambaro, sera già capito.
La conferma sè avuta nella polemica tra Sky e Ranieri, con il «se volevamo essere polemici parlavamo del gol irregolare di Juan», frase detta, con poco rispetto per il congiuntivo, da Massimo Mauro al tecnico della Roma domenica pomeriggio. Come a dire: attento a come ti comporti, sennò parlo di cose brutte. Ulteriore conferma è arrivata ieri, quando Mauro, uno che ha giocato con Galparoli, Favero e Altomare, è intervenuto a Radio Radio per rispondere a Rosella Sensi. «Capisco lallenatore della Roma ha detto non capisco la Dottoressa Sensi. Mi ha colpito il fatto di Adriano.
Dopo Brescia-Roma parlai di arbitraggio scandaloso, poi dissi a Pradè che errori li facciamo tutti e Adriano non era stato un buon acquisto. Parlo di calcio e dico che fino a oggi non ha reso. Non mi permetterei mai di giudicare il lato umano». Figuriamoci, non lo faceva neanche nel suo libro: «Spesso mi chiamava nel cuore della notte. Chiedeva ospitalità. Io ero scaplo, lui veniva in compagnia e tirava coca per tutti. Quello era il momento in cui capivo che dovevo andare a letto.
Dovevo allenarmi, mica ero Maradona ». Su quello non ci sono dubbi. Mauro deve comunque essersi dedicato ad altri piaceri qualche anno dopo, alleroscenter travestito da centro massaggi Viva Lain di Torino. Questo il racconto della massaggiatrice Sophie. «Un giorno lui chiede un massaggio con me
e Diana Epifani, anche lei arrestata per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Io con Mauro avevo già avuto un rapporto completo, ma la seconda volta è andata male. Per me, almeno. È successo prima dei Mondiali: nella vasca per lidromassaggio comincio a parlare delle convocazioni per Corea- Giappone. "Montella, che dici, farà bene?". Lui si arrabbia da morire: "Ma come ti permetti? Sai cosa me ne frega dei Mondiali. Qui dobbiamo concludere" e mi sbatte fuori dalla cabina». Lui, interpellato da Repubblica, rispose: «Non vedo dove sia lo scandalo». Per carità. Meglio parlare di calcio. Lo chiede lui stesso: «Lallenatore della Roma e la Dottoressa Sensi hanno di fronte una persona che vuole parlare di calcio». Proviamoci. «Dopo Juventus-Roma non mi ha chiamato nessuno. Io ho detto "rigore netto a favore della Roma" e ho detto che il fallo di Mexes non era rigore per la Juve. A Torino però si sono arrabbiati, vuol dire che faccio bene il mio mestiere». Però quello su Mexes era rigore. E continuiamo: «Ricordiamo che lanno scorso Pizarro giocava pure zoppo». E infatti lanno scorso non cerano Greco e Fabio Simplicio. Ma poi, che dire della competenza calcistica di Mauro?
A Genova qualche dubbio ce lhanno. Quando fu presidente della società rossoblù, cominciò definendo «illicenziabile» il suo allenatore Bepi Pillon e lo cacciò dopo 4 partite. Proseguì facendo arrivare una serie di giovani provenieni dalla Fermana: Carfora, Pelliccia, Di Muri più Mengo, fenomeno mediatico perché presentato come esempio di professionalità per avere onorato l impegno con il Genoa, nonostante un presunto corteggiamento della Juventus. Le sue tre presenze col Grifone restano lapice di una carriera proseguita a Latina, in C2. Altro fenomeno fu Chupa Lopez, centravanti argentino di cui il tecnico Burgnich disse: «Per andare sino in Argentina e tornare con un giocatore così, bisogna avere il prosciutto sugli occhi». Losservatore Claudio Onofri si difese in questo modo: «L ordine me lo diede Massimo Mauro». Ecco perché, per evitare la C, il proprietario dopo 2 anni lo "promosse" ad amministratore delegato (ma vicepresidente). Ma forse Mauro non lo ricorda. E non ricorda altre cose del periodo al Genoa, come ha raccontato lex designatore Paolo Bergamo in piena Calciopoli: «Massimo Mauro, quando era presidente del Genoa, chiamava quattro volte in unora: l ho sentito dire in tv che non ha mai telefonato ai designatori, senza vergogna». Tornando alle sue parole, si scopre che «il mio amore per Roma e per il calcio romano non sarà scalfito da un allenatore in difficoltà». Già, ma dovera questo amore quando, nellinverno del 1984, prese in giro il presidente Viola, firmando un triennale con la Roma per poi invece andarsene alla Juventus? Eccolo, lamore: «Vorrei parlare serenamente con i tifosi della Roma». Prego. «Per sapere come mai la Roma con Menez, Vucinic, Borriello, De Rossi, Pizarro, la Roma non è in testa alla classifica». Intanto, meno male che non ci gioca Massimo Mauro, uno che ha un brutto effetto sui campioni: quando erano suoi compagni di squadra, Zico ha lasciato lItalia, Platini ha smesso col calcio, Maradona si è fatto squalificare per doping.