Borriello fa la festa a al Milan

19/12/2010 alle 10:05.

GASPORT (L. GARLANDO) - Il campionato è vivo e sta bene. La Roma ha soffocato nella culla i propositi omicidi del Milan. Stasera Juve, Lazio e Napoli possono portarsi a -3 dal Diavolo, i campioni del mondo dell’Inter possono risalire virtualmente a -7, dove già c’è la Roma. Era dal 30 ottobre (Milan-Juve 1-2) che il Milan non cadeva in campionato; da oltre un anno (13 dicembre 2009, Milan-Palermo 0-2)

C’è Adriano La sorpresa è Adriano che per Ranieri è un po’ come un pneumatico scolpito, lo usa solo in situazione climatiche proibitive. Dopo la sabbia del Bentegodi, rieccolo nella ghiacciaia di San Siro. L’idea ci sta: imporre fisicità al Milan là davanti, con Borriello e Adriano, capaci di difendere palla e tenerla alta. La scommessa di Ranieri ha un prezzo: Menez, Adriano e Borriello non sono attaccanti che si affannano in copertura. In questo senso, Allegri, con i ripiegamenti di Boateng e Robinho ottiene molto di più. Ma per tutto il primo tempo la mediana giallorossa riesce a pagare il prezzo, senza soffrire e la difesa si batte molto bene. Juan e Mexes raddoppiano spesso su Ibra e, a turno, uno dei mediani (specie ) arretra per completare la gabbia a tre. Ma anche qui c’è un prezzo da pagare. Simplicio è quasi completamente assorbito dai compiti di copertura e in costruzione fa pochino. Praticamente dipende tutto dai guizzi di Menez, che infatti crea l’unico pericolo dei 45 minuti, rubando palla ad Abate e alzando da buona punizione.

Milan in gabbia Neanche il gioco del Milan sgorga sciolto. E non solo per colpa di un’intensità generale inferiore alle ultime uscite. Le due occasioni più nitide del primo tempo mostrano che cosa dovrebbe fare più spesso e non fa. Al 5’ Robinho viene pescato sulla destra, s’ingoia l’avversario e allarga di poco il diagonale. Se la circolazione di palla è veloce, i fenomeni offensivi di Allegri possono spendere la loro classe uno contro uno e trovare la giocata buona. Ma la palla circola lenta e, quando il Milan al 22’ perde Pirlo, la luce si smorza ulteriormente. Minuto 35: Gattuso innesca Ibra che s’invola solo e stecca il pallonetto. Arretrare per stanare laRomae colpirla in ripartenza potrebbe essere un’idea, poco coltivata. L’errore di Ibra spiega che, a parte le gabbie e le difficoltà tattiche, anche la resa individuale è scarsa.

Dura lex sed ex Non cambia scenario nelle ripresa. Seedorf fa di tutto far rimpiangere Pirlo e becca fischi. Boateng ci mette buona volontà, ma oggi nel localino di trequartista più che un incursore servirebbe uno capace di darla dolce in verticale e raggiungere Ibra nella gabbia. Uno alla Ronaldinho che fu, per intenderci. Ma perché non provarci ora con quel che resta? E poi servirebbe una punta di ruolo da affiancare allo svedese per liberarlo e sfoltirgli i custodi, come sa fare Inzaghi. La Roma continua a recitare il suo copione saggio con un’applicazione e una concretezza quasi lombarde e quasi guadagna centimetri di campo, fino a guadagnarsi il primo tiro in porta che poi è quello della gloria. Minuto 24’: Menez, il fantasista che oggi manca al Milan, scappa e mette in mezzo. Una carambola premia l’ex Borriello, la punta di peso che oggi manca a Ibra. Non possono bastare altri 4 discutibili minuti a Dinho per ribaltare la notte. La Roma vince come merita. Il campionato è vivo e sta bene.