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IL ROMANISTA (V. META) - Quattro palleggi nella notte di Montepulciano, ancora lungo quella fascia sinistra percorsa così tante volte, ma con al collo la medaglia dei campioni dItalia: lavevamo lasciato così Guglielmo Amendola, che rideva divertito quando a chiedergli lennesimo cambio di gioco era un Sabelli incurante delle stampelle alla fine di un altro 17 giugno in cui la Roma ha fatto la storia
Il debutto in campionato è andato come meglio non si poteva: novanta minuti senza respiro su e giù per la fascia sinistra, che gli sono valsi i complimentidi De Rossi. Ne aveva di fame, Guglielmo, costretto a rimanere a guardare per troppe settimane. Colpa di una gerarchia difficile da scardinare, perché Frascatore è giustamente un intoccabile (e ha pure un anno di più), ma il problema muscolare accusato contro il Frosinone dallex Tor di Quinto ha lasciato un vuoto che solo due giocatori avrebbero potuto colmare: Amendola, appunto, e Federico Barba, centrale di ruolo, terzino alloccorrenza. Lanno scorso negli Allievi era lui a dare il cambio a Gugliemo quando Stramaccioni voleva farlo rifiatare, anche se poi i due hanno giocato insieme le final-eight, con Federico dirottato a destra per la contemporanea assenza di Sabelli e Caratelli. Stavolta era in vantaggio Barba, se un improvviso attacco influenzale a poche ore dal calcio dinizio non lavesse costretto al forfait. Così per Amendola è arrivata loccasione che aspettava, e dal primo minuto: messa da parte lemozione, ha dimostrato grande maturità giocando con lucidità e concentrazione, incitato da pubblico e compagni (nella ripresa, fra laltro, la difesa della Primavera ricalcava quella degli Allievi, con la sola eccezione di Antei). Guglielmo ha iniziato a giocare a sei anni nellEur Olimpia (i cui campisono stati di recente smantellati per fare posto a un gigantesco centro commerciale), ha fatto un provino con la Roma nel 2004 e a fine stagione è stato aggregato agli Esordienti di Massimo Lana, un gruppo che si formava allora per la prima volta e che includeva, fra gli altri, Pigliacelli, Ciciretti, Bongoura, Bezziccheri, Buscia e Politano. Allora
per la verità Guglielmo faceva lesterno dattacco, larretramento sulla linea dei difensori si deve proprio a Lana, che davanti aveva troppi giocatori per pochi ruoli.
Dopo una stagione difficile nei Giovanissimi Nazionali, lesplosione arriva nellanno degli Allievi Coppa Lazio, quando un infortunio di Frascatore fa sì che Stramaccioni lo aggreghi ai Nazionali sotto età: lui diventa talmente importante che la Roma gli fa realizzare una maschera in carbonio e zinco per proteggergli il volto e consentirgli di giocare il derby di ritorno con i 92 (2-2 a Trigoria). Lanno scorso la consacrazione, suggellata dallla doppietta Arco-scudetto giocata da dominatore contro avversari non proprio facili: basti pensare che il suo dirimpettaio contro la Fiorentina era il brasiliano Matos, quello nella finale contro la Juve il nazionale Under 17 Elio De Silvestro. Poco cambia per Guglielmo: quando si rialza dal tackle, la palla ce lha sempre lui.