Vucinic, il papà che ama l’Europa

02/11/2010 alle 10:11.

IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Vivendo non solo di ricordi, ma di numeri e di corsi/ricorsi, di precedenti e di appuntamenti, la Roma si aggrappa e forte a Mirko Vucinic. L’asso di Champions e l’anti Lazio, mettiamola così. Oggi a parole, domani chissà. Perché è la carriera, anche la più recente dell’attaccante montenegrino, diventato papà ieri, prima dell’alba e per la prima volta, di Aleksa

Mirko vorrebbe rivivere il film girato con la Roma un anno fa. Proprio il 1˚ novembre 2009 realizzò la sua prima rete in campionato, contro il , per l’inizio della lunga serie positiva di Ranieri, 24 gare senza sconfitte nel torneo scorso. Prima di quella partita all’Olimpico, il ritiro a Trigoria, i petardi lanciati all’interno del centro sportivo durante la notte, la contestazione della tifoseria giallorossa e soprattutto i fischi al montenegrino che, interrompendo il digiuno (prima solo una rete al Gent nella prima sfida dei preliminari di Europa League) si lanciò all’inseguimento dell’Inter di Mourinho. Un gol, sempre in Europa League, lo fece proprio al Basilea il 3 dicembre 2009, decisivo per il 2 a 1 e per conquistare, con un turno d’anticipo, il primo posto nel girone. Vucinic, i due timbri, volerà sino al traguardo, 22 reti in tutto, 19 con la Roma tra campionato e coppe, 3 con la sua Nazionale.

La speranza di Ranieri è che si ripeta. L’avvio, finora, sembra simile all’altro. Timido, a parte il centro con il Montenegro per battere di misura il Galles, e nemmeno troppo fortunato, mal di schiena e mal di gol, Mirko sembra faticare anche quest’anno. Aspettando l’autunno, si sente quasi sminuito a Trigoria, nonostante le cifre di primo piano che lo hanno accompagnato nei primi cinque mesi del 2010. Sembra disorientato dall’arrivo di Borriello che lo sorpassa in fretta nella classifica dei marcatori di Casa Roma e anche in quella degli ingaggi riservati ai top player dalla società giallrossa.

Le reti all’Inter e alla Svizzera gli fanno riprendere quota, soprattutto riconquista spazio nella vetrina internazionale. Che piaccia a Branca per il club di Moratti e alle grandi della Premier League si sa da un pezzo, ma il riscatto lo cerca prima dall’Olimpico. La prestazione, tutta qualità, corsa e carattere, di sabato scorso gli fa ritrovare convinzione e fiducia. In se stesso. E’ quello che ci vuole prima del viaggio di oggi, per andarsi a giocare la a Basilea. Perché la Roma, in terra elvetica non ha mai vinto; perché proprio al Sankt Jacob Park, il 20 settembre 2009, Ranieri ha perso la sua prima gara in Europa (League) da tecnico giallorosso e deve rifarsi; perché nel gruppo E l’ultimo posto non piace a nessuno.

Ma domani sera è , la coppa in cui Mirko sa esaltarsi. In 23 presenze, già 8 centri e quasi tutti rifilati a rivali eccellenti, quelli da podio. Indimenticabile la doppietta al Chelsea, ma anche i successi personali raccolti contro il Manchester United e il Real Madrid. Contarono pure le due reti alla Dinamo Kiev, durante l’éra Spalletti. E quelle al Bordeaux e allo Sporting Lisbona.

La , insomma, lo attende. Nelle tre gare fin qui disputate, Vucinic ha giocato nell’unica vinta, contro il Cluj all’Olimpico, per un’ora. Nella circostanza, più portafortuna che protagonista: uscì dopo un’ora, sullo 0 a 0. Cinque minuti dopo la sua sostituzione, l’uno-due di Mexes e Borriello. Il gol nella sua competizione preferita è l’obiettivo di queste ore: per festeggiare il piccolo Aleksandar e tenere in corsa la Roma in Europa. Come ha già fatto in passato. Perché per la Lazio c’è tempo e lui lo sa meglio di altri. La doppietta del 25 aprile scorso alla Lazio arrivò in rimonta e in primavera. Fuori (della sua) stagione, ma non fuori tempo massimo. Mirko punta di nuovo a ribaltare la situazione. Critica ora, come un anno fa.