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Una giornata a Burdisso, stangata per Eto’o

23/11/2010 alle 09:55.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Una giornata a Nicolas Burdisso, tre a Samuel Eto’o. Sono queste le squalifiche, che verranno rese note oggi, per il difensore romanista, espulso per una semplice spinta a Domizzi (come è scritto nel referto dell’arbitro) contro l’Udinese, e per l’attaccante dell’Inter, graziato dall’arbitro dopo la testata a Cesar e giudicato solo grazie alla prova tv.

scritto nel referto dell’arbitro) contro l’Udinese, e per l’attaccante dell’Inter, graziato dall’arbitro dopo la testata a Cesar e giudicato solo grazie alla prova tv.

Se il petto del giocatore del Chievo fosse stato preso a capocciate da , tanto per fare un nome, la crisi di Governo, il caso Scazzi e il maltempo avrebbero occupato a malapena qualche riga sui giornali.
Tutta Italia, dal presidente della Repubblica al fornaio di Testaccio, sarebbe intervenuta «su un gesto così violento che non si deve vedere sui campi di calcio». Peccato che a emulare Zidane non sia stato il giallorosso, ma, come detto, Eto’o, grande giocatore, grandissimo palmares in bacheca, ma non un esempio di sportività. Da regolamento (articolo 19, comma 4 lettera b del Codice di giustizia sportiva) l’attaccante avrebbe potuto prendere fino a cinque giornate ma conta, dicono in Lega, l’entità della lesione procurata. Nel caso specifico, Cesar si è tranquillamente rialzato. Nel referto dell’arbitro, inoltre, sarebbe descritta una condotta violenta fine a se stessa da parte del giocatore: la testata è infatti avvenuta a gioco fermo con pallone a terra. Anche Cesar potrebbe non passare indenne dalla prova delle immagini per aver provocato l’avversario (e allora quasi ogni difensore che affronta dovrebbe essere sanzionato, ma questa è un’altra storia). Abete e Petrucci, stranamente, non commentano, mentre in casa Inter si spera di contenere i danni e nessuno parla del fatto che il camerunense non è nuovo a gesti di follia: a maggio del 2008, tanto per fare un esempio, si scagliò contro un giornalista. Come? Con una testata, ovviamente. I nerazzurri sono alle prese anche con la crisi Benitez. Domani sera a San Siro arriva il Twente e se non dovesse portare a casa i tre punti il tecnico spagnolo sarebbe davvero in bilico. Tanto che impazza sempre di più il toto-successore: c’è chi parla di Leonardo e Spalletti, chi di Capello, chi addirittura di Dunga, anche se l’agente smentisce qualsiasi tipo di contatto. Per Sandro Mazzola, bandiera del club nerazzurro, la "colpa" è di Mourinho che «ha spremuto i giocatori nella testa, prima ancora che fisicamente. L’Inter sta pagando lo sforzo». La speranza, a questo punto, è che il dazio sia pagato ancora per tanto tempo.