Turbo Roma. Ieri «catenacciari» oggi «fantastici»

22/11/2010 alle 10:06.

GASPORT (A. CATAPANO) - Risate e pianti, pene ed esaltazioni. Le storie di calcio come la vita, la lezione di Osvaldo Soriano è sempre valida. Dal Bayern al Bayern. Due mesi fa, i romanisti erano tristi, sconsolati, depressi. E pure parecchio catenacciari. Totti non ci girava tanto intorno. «Tutta la gara a difenderci, manco un tiro in porta. Facciamo il catenaccio — disse chiaro chiaro dopo quella figura tremenda all’Allianz Arena — ma quando vinciamo così?».

Pene Era il 15 settembre, l’inizio di una nuova stagione, eppure già il capolinea di un progetto. La Romanon aveva ancora toccato il fondo. Nei giorni successivi, in un clima da fine impero, sarebbero usciti tutti i sintomi della crisi irreversibile: gruppo spaccato, allenatore sfiduciato, dirigenti assenti, sconfitte pesanti. Adun passo dal baratro, Ranieri disse: «Le ho provate tutte, non so più che inventarmi». Oggi, lo stesso Ranieri minimizza. «La Roma non era in crisi, ma solo in difficoltà: con la tenacia si è risollevata».
 
Esaltazioni Ricordi e speranze, gli altri ingredienti delle storie di Soriano. Perché due mesi dopo, la Roma — qui si direbbe rivoltata come un pedalino — si esalta, spera, sogna addirittura. Viaggi e miraggi. Coppe e scudetti. Dopo aver battuto pure l’Udinese, grandi discorsi. Ranieri: «Sì, possiamo competere anche noi». Pradè: «Ora puntiamo ai vertici». Simplicio: «Siamo da scudetto». Borriello: «Siamo fantastici». : «L’attacco funziona a meraviglia». È la frase simbolo della rinascita, dell’inversione a U: dal catenaccio all’arrembaggio. In due mesi, dal 19 settembre — Roma- 2-2 — al 20 novembre — Roma-Udinese 2-0 —, la squadra di Ranieri ha disputato 14 partite tra campionato e : 8 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte è il bilancio. Che sconta un paio di incidenti autunnali: Brescia, , il Basilea che passeggiò all’Olimpico. Eppure, proprio a Brescia — stangati dall’arbitro — la Roma reagì. Per rabbia, per orgoglio, chissà. «Quella sera ritrovammo il nostro spirito, la determinazione di un tempo», ha detto Ranieri. «Lì abbiamo ricominciato a giocare. Quel giorno c’è stata la scossa che ci ha permesso di arrivare fin qui», ha chiarito Borriello.
 
Una favola Numeri, spirito, modulo, con la riscoperta del rombo, finalmente le idee chiare, l’identità ritrovata. Tutto nuovo, tutto torna, in ogni cosa sembra esserci un tocco di magia. Storie da favola. Greco, era uno sconosciuto. Simplicio, un oggetto misterioso. Menez, della volgare bigiotteria. «Adesso è un diamante». Ranieri aspetta il Bayern al varco con qualche soldato in più: Riise, Pizarro, . Tornano i mezzi pesanti. Ma non finiscono le favole. «Non esistono riserve, sono tutti titolari inamovibili», giura Ranieri. L’importante è che ci credano. Alle favole.