Totti: "Sono innocente"

01/11/2010 alle 09:49.

CORSPORT (P. TORRI) - «Non ho fatto niente, non ho dato nessuna manata, sono innocente, non meritavo l’espulsione». Era passata una manciata di minuti dal pasticciaccio in campo con Olivera e con l’arbitro Gervasoni, quando Francesco Totti, nello stanzone dello spogliatoio all’Olimpico, ha spiegato così ai dirigenti giallorossi quello che era accaduto:

CORSPORT (P. TORRI) - 
«Non ho fatto niente, non ho dato nessuna manata, sono innocente, non meritavo l’espulsione». Era passata una manciata di minuti dal pasticciaccio in campo con Olivera e con l’arbitro , quando , nello stanzone dello spogliatoio all’Olimpico, ha spiegato così ai dirigenti giallorossi quello che era accaduto: il fallo subito da dietro, la sua reazione nei confronti dell’uruguaiano, i due cartellini rossi estratti dal direttore di gara, la presa di coscienza che quel rosso gli sarebbe costato di sicuro il derby, la reazione finale sotto gli occhi delle teleca mere e del quarto uomo che certo non è stato uno spettacolo da applaudire.



DERBY - 
A ventiquattro ore dall’episodio, il capitano romanista non ha per nulla metabolizzato quanto accaduto, sempre convinto di aver subito un’ingiustizia soprattutto per quel che riguarda il che, poi, è stato alla base di tutto quello che è accaduto dopo. Non vuole neppureprendere in considerazione la possibilità che la possa essere superiore a una giornata che, pure, per lui, romano e romanista, è durissima da accettare visto che il derby di domenica prossima sarà co stretto a viverlo da spettatore. Lo staff tec nico, i compagni e la società sono completamente al suo fianco, tanto è vero che non ci sarà nessuna multa nei confronti del giocatore. I giocatori ieri a Trigoria, dove si è limitato a fare fisioterapia in conseguenza dei colpi ricevuti nella gara contro il Lecce (in partico lare alla spalla), hanno cer in tutte le maniere di tirare su il morale del loro capitano, «tranquillo Francesco, cercheremo di vincere il derby anche per te», ma nonostante questo è rimasto di pessi mo umore, anche se ha provato a concen trarsi e a puntare forte sulla sfida di mer coledì prossimo di a Basilea che per questa Roma costituisce un angolo fondamentale della stagione.





RICORSO - 
Se la che il giudice Tosel domani comminerà al capitano romanista sarà superiore a una sola giornata, la società farà sicuramente ricorso. A Trigoria si spera non ce ne sia bisogno, ma molto dipenderà da quello che l’arbitro ha scritto sul referto. Nel dopo partita di sabato sera all’Olimpico, i diri genti della Roma hanno parlato con il direttore di gara, chiedendo spiegazioni sull’espulsione di «Ha messo una mano in faccia all’avversario, non potevo non estrarre il », questa è stata la spiegazione data dal signor che, ovviamente, non ha anticipato nulla sui contenuti del suo referto. Tre possono essere le cause che potrebbero indurre il giudice a com minare una superiore a una so la giornata: la manata in faccia, eventuali insulti nei confronti dei direttori di gara, la scena poco edificante che c’è stata al momento dell’uscita dal campo del nume rodieci romanista. Sulla manata in faccia, peraltro, c’è da dire che non c’è nessuna immagine televisiva che la evidenzi. Quello che si vede, da lontano, è che va verso Olivera e, sotto gli occhi dell’arbitro, lo spinge, cosa certamente non da fare, ma altrettanto certamente non inusua le sui nostri campi di calcio (basti pensare al recente -Milan con Nesta che spinge Grava che finisce a terra, il difensore rossonero si andò subito a scusare, comunque non fu neppure ammonito).



Ed è questo aspetto, cioè che quello che fa lui è sempre sotto la lente d’ingrandi mento, che non riesce più ad accet tare, nella convinzione di avere sempre più tutti contro. Lo stesso fallo di
Olivera, uno sgambetto da dietro senza nessuna motivazione tattica per farlo, uno di quei falli che si possono vedere in terza catego ria, per il capitano della Roma ne è stata un’ulteriore conferma. Lui si aspettava il rosso per l’uruguaiano e il giallo per lui. E’ stato un doppio rosso. E addio derby. Sperando, ora, che l’addio sia solo per il derby.