Totti, il gol della Bandiera

29/11/2010 alle 09:56.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Se non fosse per il risultato della partita, Francesco Totti avrebbe di che essere contento. Quello di ieri sera infatti è stato il suo secondo gol in cinque giorni, il quarto in stagione, il primo su azione dopo tre rigori consecutivi segnati contro Basilea, Juventus e Bayern Monaco, il secondo in campionato. Con il gol di ieri sera Francesco Totti, che è il miglior cannoniere in attività e allunga su Inzaghi e Del Piero, sale a 194 gol in serie A, a meno 11 da Roberto Baggio

Con il gol di ieri sera , che è il miglior cannoniere in attività e allunga su Inzaghi e Del Piero, sale a 194 gol in serie A, a meno 11 da Roberto Baggio che è il suo obiettivo dichiarato di inizio stagione e a 249 ufficiali con la maglia della Roma. Numeri importanti per il più forte calciatore italiano, e basterebbero solo quelli per definirlo. Nel disastro totale di ieri sera il capitano è stato uno dei pochi a salvarsi, e non solamente per il gol. Ha corso e lottato per novanta minuti sotto i fischi incessanti del pubblico palermitano che non fa eccezione rispetto a tutto il resto d’Italia, unito quando c’è da insultare il capitano giallorosso. Alla faccia di chi, dopo il quarto d’ora splendido col Bayern, non vedeva l’ora di cucirgli addosso un’altra etichetta, l’ennesima della sua carriera, e già prevedeva un finale alla Altafini.



Con la prestazione di ieri sera Francesco ha risposto anche a quelli che erano già pronti a celebrare il suo funerale sportivo. Una prova di carattere, e da bravo capitano è stato l’ultimo ad arrendersi. Si è arrabbiato, , al minuto 23 del primo tempo quando Borriello gli ha letteralmente “scippato” dai piedi un calcio di punizione dal limite dell’area, ma non ha detto niente perché è bastato il suo sguardo: il Palermo era appena passato in vantaggio con Miccoli e quella poteva essere la palla buona per riprendere subito una partita che stava sfuggendo dalle mani dei giallorossi. E che, alla fine, è sfuggita davvero, mandando su tutte le furie il presidente Rosella Sensi che, al fischio finale, ha telefonato ai dirigenti al Barbera esprimendo tutta la sua insoddisfazione.




Tornando a , non si è mai arreso neanche dopo le botte (tante) che gli hanno riservato i difensori del Palermo. Non tanto il suo vecchio amico Bovo, uno che non è abituato a picchiare tanto per farlo ma che un’ammonizione se la meritava nel primo tempo quando lo ha tirato insistentemente per la maglia, ma il suo non amico Nocerino non lo ha mai mollato ogni volta che il capitano arretrava di qualche metro per venire a cercare spazi e conquistare palloni giocabili. E qui la colpa dell’arbitro Brighi, che non ha ammonito il centrocampista rosanero lasciandolo libero di colpire alle caviglie, è maggiore.



Nonostante le botte, però, Francesco è riuscito comunque a dialogare con Menez, quello che calcisticamente parla una lingua molto simile alla sua ma che ieri sera ha giocato a intermittenza perdendo nettamente il confronto diretto con Pastore, e anche con Borriello, che ha lottato e corso anche lui ma non è stato incisivo come al solito nell’area avversaria. Probabilmente anche perché nel secondo tempo Ranieri, dopo essere passato per alcuni minuti al , gli ha chiesto un lavoro diverso: Francesco è rimasto come attaccante centrale, e il suo lavoro era anche quello di non dare riferimenti ai difensori centrali del Palermo, mentre Jeremy e Marco partivano più larghi. Nemmeno quello, però, è bastato.