CORSPORT (A. RIALTI) - «Sono arrivato a Roma nell'estate 1992. Mi ha preso Ciarrapico, allo ra presidente dei giallorossi. Ho preferito la Roma alla Juventus anche perché l'allenatore era Boskov che conoscevo bene e mi voleva già portare in Italia quando avevo 18 anni, ma allora esiste vano regole che lo impedivano e non po tevamo uscire dal nostro Paese.
CORSPORT (A. RIALTI) -
«Sono arrivato a Roma nell'estate 1992. Mi ha preso Ciarrapico, allo ra presidente dei giallorossi. Ho preferito la Roma alla Juventus anche perché l'allenatore era Boskov che conoscevo bene e mi voleva già portare in Italia quando avevo 18 anni, ma allora esiste vano regole che lo impedivano e non po tevamo uscire dal nostro Paese. Dicevo: sono arrivato alla Roma per giocare esterno sinistro nel centrocampo a quat tro, un po' come fa Vargas anche se io ero più difensore, e dopo pochi mesi ero già secondo nelle classifiche di rendimento dietro un certo Van Basten. Un giorno si è fatto male Carboni e hanno scelto me per giocare terzino. Non che per me fosse il massimo, però ho imparato a difendere. L'unico problema è che non arrivavo mai a tirare verso la porta avversaria, meno che mai con Mazzone, l'allenatore successivo a Boskov, che appena superavo la linea di metà campo mi urlava di tornare indietro. Ma a Roma stavo bene e in due stagioni ho totalizzato 54 presenze segnando un gol. Poi il nuovo presidente è diventato Sensi, che non solo non mi voleva ma nemmeno ha pagato il prezzo del mio cartellino, circa 15 miliardi di allora, sfruttando appunto l'embargo. Anzi, quando mi ha ceduto alla Sampdoria ha pure voluto i soldi del prestito... ».
Intanto a Roma ha conosciuto sua moglie.
«Sì, ma non quando ero alla Roma. Ho conosciuto Arianna quando già giocavo nella Sampdoria. L'ho conosciuta per la precisione l'1 febbraio 1995, a cena in un ristorante di comuni amici perché lei è romana del quartiere Trullo. Io avevo 26 anni, lei 24. E' stato amore a prima vista e a giugno 1996, meno di un anno e mezzo dopo, ci siamo sposati».
Roma vuol dire derby.
«L'ho visto domenica dopo la nostra ga ra. Non commento certe cose quando succedono a me e non voglio commenta re quando succedono agli altri, però per quello che ho visto io il risultato non è giusto. I rigori sono discutibili e comun que c'era anche quello a favore della La zio. Detto questo, Lazio e Roma rimango no molto competitive per lo scudetto».
Qual è la forza della Roma?
«I tifosi quando gioca in casa e come squadra ha il punto forte nella difesa. Poi De Rossi è il miglior centrocampista al mondo e davanti ha Borriello, Vucinic, Totti».
Si narra che il debutto di Totti labbia 'imposto' lei...
«Aneddoto: da settimane si parlava di questo ragazzino che faceva meraviglie in Primavera, così prima della partenza per la partita di Brescia sono andato da Boskov e gli ho detto di portarlo con noi. Siamo in emergenza, lui è destinato a di ventare un campione, aggreghiamolo co sì comincia a crescere, si ambienta, ho detto a Boskov. A Brescia Totti va in pan china. Stiamo vincendo 2-0, gol mio e di Caniggia, mancano sette-otto minuti e vado ancora da Boskov per suggerirgli di farlo entrare. Quello è stato il debutto di Totti in serie A».
Ma per lei chi è Totti?
«Uno dei più grandi calciatori italiani e si merita tutto quello che ha. Eravamo molto amici prima, uscivamo insieme. Poi con me non si è comportato da amico (si riferisce alla mancata partecipazione alla partita d'addio al calcio di Mihajlovic, ndr). Acqua passata...».
Cosa pensa di Claudio Ranieri?
«Grande allenatore, bravissima persona, un signore, anche se da quando è a Roma si è un po' indurito, ma in un ambiente passionale com'è quello giallorosso è naturale 'difendersi' e ritrovare per intera la propria...romanità».
Oscar del gioco in questo campionato?
«Al Bari. Ha un allenatore che lo fa giocare benissimo anche se adesso i risultati sono negativi».
Cosa succede all'Inter?
«Le rivali si sono rafforzate, loro sono rimasti gli stessi e forse avendo vinto tutto hanno meno fame. Poi mettiamoci gli infortuni, il cambio di allenatore, non è facile abituarsi al cambiamento e l'abbia mo visto qua a Firenze. Però rimane la squadra più forte».
Cosa manca al Milan per vincere?
«Un altro Ibrahimovic».
Cosa manca alla Juventus per vincere?
«Due Ibrahimovic».
Prandelli ha dato dei viziati ai suoi gio catori.
«Mi è dispiaciuto perché io i ragazzi li vedo tutti i giorni e non sono viziati. E comunque se ha conquistato quattro anni su cinque il quarto posto e adesso allena la Nazionale è grazie a questi ragazzi viziati ».
Quando vedremo il primo gol su punizione della Fiorentina?
«Prima bisogna conquistare una punizione e poi è necessaria la fortuna di avere in campo o Mutu o Ljajic o Gulan o Cerci».
C'e chi la rimprovera di essere sfacciatamente ottimista...
«Se pensi positivo, ti ritorna indietro positivo anche nei momenti difficili».
Quindi ottimista per Roma anche se è in piena emergenza infortunati?
«Quando sei organizzato puoi fare tutto. Non sempre i più forti vincono».