
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) - Quando finisce lintervallo? Quando rientra la Roma in campo? Perché le partite per qualcuno durano un tempo? Col Bayern era andata bene visto che avevamo scelto il secondo, ma se giochi solo il primo, e manco segni, alla fine è il minimo se perdi 3-1. E quantè piccolo quel nostro uno. Proprio perché fatto dal più grande
Come i punti presi, come le occasioni create da un certo momento in poi, come il sapore che lasci, come il livello dellelettrocardiogramma di un cuore che per definizione è grossoe dovrebbe battere sempre. E questo che fa male, è questo il grave, più delloccasionona persa (il terzo posto, il meno 5 al Milan, e uno slancio che manco lo scirocco di ieri sera). Ma tutto questo deve in qualche modo poter essere utile. Non solo per il "bagno di umiltà" e quello che si dice in queste occasioni. Processare i giocatori oggi sarebbe facile e un po scontato (a parte mezzo Menez chi si è salvato?). Il fatto è che questa squadra è quella che quattro giorni fa ha fatto urlare di gioia unintera città. Solo fino allaltro ieri erano gli "epici". Gli epici e basta. Quelli che avevano cambiato la storia, persino il tono di un canto (il che sarà sarà). Che sarà successo?
E proprio questo il punto. Ci vuole equilibrio, soprattutto quando manca, cioè adesso. Bisogna giocare sia il primo, sia il secondo tempo. Adesso limportante è non fare come la Roma ieri: sparire, restare nei borsoni evidentemente pieni di chincaglierie degli spogliatoi, tirare su la testa e riuscire ancora una volta a guardare in alto. Perché un fatto resta un fatto: che le stelle stanno ancora a un passo. Che malgrado il passaggio completamente in bianco di ieri, a livello di classifica, di cose che contano, persino di media inglese, non è praticamente successo niente, a meno che si torni a giocare. Il futuro non è scritto. E questo il punto: quando
finisce lintervallo? I giocatori e lallenatore si dicano una volta per tutte che la ricreazione è finita. La campanella è suonata troppe volte.