Roma, mal di trasferta o è soltanto mal di pancia?

30/11/2010 alle 09:56.

GASPORT (A. CATAPANO) - Ci sono le cifre — impietose: senza la vittoria nel derby, fuori casa soltanto per le statistiche, raccontano di una media da retrocessione — ma prima vengono i comportamenti (di spallettiana memoria), ancor più preoccupanti perché proiettano un’ombra inquietante sulla Roma: i numeri sono figli dell’atteggi

 
La diagnosi È chiara e spiega, più di fantomatici blocchi psicologici, cause ed effetti di questa Roma in versione dottor Jekyll emister Hyde: praticamente invincibile in casa, praticamente una squadra materasso in trasferta. Dove l’atteggiamento è diverso — a volte semplicemente più dimesso, in altre occasioni supponente o addirittura irritante — e,a cascata, piovono errori dei singoli inspiegabili anche per l’allenatore. La sperequazione dentro/fuori è evidente in campo e scritta nelle classifiche. Dei punti: 17 in casa e 5 in trasferta, che collocherebbero la squadra al 12° posto in classifica. Ma senza la vittoria nel derby la Roma fuori casa avrebbe lo stesso rendimento (2) di Bari, e Cesena, appena un punto sopra il Lecce. Delle reti subite: 5 dentro, 13 fuori, forse il dato che illustra meglio la doppiezza della Roma. Solo (17) e Lecce (22) ne hanno incassate di più. Nelle pieghe dei numeri, un altro dato inquietante: dei 31 gol subiti in totale, 20 sono arrivati nella ripresa, spesso nel corso di veri e propri crolli psicofisici».
 
Vucinic e Menez Diagnosi, dubbi, timori, sospetti, va tutto girato all’attenzione di Claudio Ranieri, allenatorenonper caso, dunque sta a lui trovare la terapia migliore. Un anno fa, di novembre, la squadra era più o meno nelle stesse condizioni: aveva un punto in meno (21) in classifica e aveva subito lo stesso numero di reti (13) nelle prime sette trasferte, anche se i risultati combinati avevano prodotto un punto in più (6). È noto come se ne uscì, con la cattiveria, la fame, la voracità. Adesso, al netto degli infortuni — oggi si verificheranno le condizioni di Mirko Vucinic e Jeremy Menez, ma c’è cauto ottimismo per Verona — in squadra c’è qualche bella gioia in più e ogni tanto manca l’appetito. Dice bene il proverbio, chi c’ha il pane non c’ha i denti. E viceversa.