CORSPORT (P. TORRI) - Tredici punti nelle ultime cinque partite, nessuno meglio di questa Roma resuscitata. E la classifica è lì, sotto gli oc chi di tutti, il primo posto del Milan è a cinque punti, più che dimezzato lo svan taggio dalla Lazio, il Napoli a tre, lInter a un soffio, la Juventus ancora a meno. Sembrava unutopia, il 3 ottobre scorso, stadio S
Da quel momento, a eccezione di una notte sbagliata in Champions, è stata tutta unaltra Roma, capace di riappropiarsi di se stessa, delle sue qualità, della sua capa cità di non mollare mai. Come è potuto ac cadere? La prima risposta che si deve da re è un classico: il gruppo. E vero, questa Roma, ha un grande gruppo che sa ritro vare motivazioni soprattutto nei momenti in cui tutti sono pronti a cantare il de pro fundis. Limmagine, in questo senso, è sta ta quella del derby. Perché come non identificare il gruppo in quella gioia uni voca subito dopo il rigore trasformato da Borriello, tutti a fare festa con Adriano, con De Rossi che prende a ca pocciate il brasiliano?
LA COMPATTEZZA - Tutti gli altri: eccolo un secondo motivo per spiegare questa Roma di nuo vo araba fenice. Nessuno, in questa Roma, si sente estraneo alla squadra. E lo dimo stra in campo, appena Ranieri gliene dà la possibilità. Ci sono alcuni giocatori che spiegano benissimo questo concetto. Pren dete Cicinho. Doveva essere venduto, è ri masto a Trigoria, destinato a un campio nato da spettatore e, invece, fin qui, ogni volta che Ranieri lo ha chiamato in causa, ha risposto sempre o quasi positivamente, ieri sera pure titolare capace di non far rimpiangere Cassetti. Prendete Leandro Greco, in tribuna sempre o quasi, contro la Fiorentina pure lui nella formazione che ha cominciato la partita, capace di convin cere tutti con quel sorriso da bravo ragaz zo e un sinistro che sa sempre dove mette re il pallone.
Prendete Julio Baptista, un altro di quel li che non erano più graditi, capace di sta re al suo posto, ma pure capace di essere decisivo in un derby. Questo far sentire tutti importanti, è stata probabilmente una delle chiavi vincenti di questo secondo Ra nieri romanista, capace di parlare, rim proverare e motivare, ma anche di ascol tare, come ha fatto nella riunione con tut ti i giocatori subito dopo il ko casalingo con il Basilea, in un faccia a faccia da cui è nata questa nuova Roma.
LAPPLICAZIONE - E poi cè stato il lavoro. Come ha spiegato ieri sera un Fabio Simplicio che aveva un sor riso che ci sarebbe piaciuto regalare a tutto il mondo: «Sono quattro mesi che la voro duramente per tornare il giocatore che hanno cono sciuto Parma e Palermo.
Questo gol mi ha ripagato di tutto il lavo ro che ho fatto, sono felice, è magico gio care con questa Roma» .
Allappello, almeno del gol, manca an cora un certo Francesco Totti, «si vede che qualcuno sta sul trespolo per non farmi se gnare », ha scherzato il capitano alluscita degli spogliatoi. Per poi aggiungere dal suo sito: «Questa vittoria ci permette di fa re un deciso passo in avanti in classifica e avvicinarci ancora di più alle squadre che ci precedono. Come sem pre, però, penso che non dobbiamo cullarci troppo sul successo ottenuto, piut tosto è vitale concentrarci anima e corpo sui prossimi impegni. Sabato ci sarà la sfida contro la Juventus, fondamentale per il nostro campionato. Per quel che riguarda la vittoria con la Fiorentina, so no contentissimo per Simplicio, bravo Fa bio » . Eccolo, il gruppo, la voglia di rivin cita, il lavoro. Ecco la Roma ritrovata.