Ranieri si pente e De Rossi tornerà davanti alla difesa

30/11/2010 alle 10:07.

CORSERA (L. VALDISERRI) - Questa squadra non può essere da settimo posto. È quello che pensa Rosella Sensi, che si è fatta sentire dopo la sconfitta di Palermo, la quarta in trasferta in questo campionato. Ed è quello che pensano i tifosi della Roma. La classifica, però, dice questo. E i numeri non mentono. È stata una g

È stata una giornata di colloqui, di telefonate, di analisi, di riflessioni. Claudio Ranieri, che fatica ad ammetterlo pubblicamente ma che è sempre attento all’autoanalisi, ha capito di aver sbagliato formazione a Palermo. È caduto nel «trappolone» di Delio Rossi, che ha lasciato il possesso palla ai giallorossi ricevendone in cambio spazi dove infilare le progressioni di Ilicic e Pastore.
Non ha convinto, soprattutto, la scelta di togliere dal ruolo di centrocampista davanti alla difesa e rimettere Pizarro come play-maker. L’allenatore di San Saba era il primo ad avere qualche dubbio e lo dimostra la gestione di Pizarro, che dopo l’infortunio in Parma-Roma era andato in panchina nel derby (7 novembre) ma poi è stato rimandato in campo per soli 9 minuti nel finale di Roma-Bayern Monaco (23 novembre). Segno che il cileno sembrava ancora indietro, atleticamente, rispetto ad altri compagni. Ma Pizarro è un giocatore importante, che si è guadagnato il suo status sul campo, in anni e anni di militanza giallorossa. Ecco perché Ranieri ha scelto così, dopo un colloquio schietto, ai limiti del teso, avuto in settimana.
 
La prova di Pizarro — e quella della squadra — hanno però rafforzato Ranieri nel suo primo pensiero: il modulo con il trequartista e due attaccanti ha bisogno di tre incontristi. Paradossalmente, visto che Menez non è al 100% (spalla e polpaccio), sabato prossimo contro il Chievo si potrebbe vedere proprio Pizarro nel ruolo di vertice alto del «rombo».
Una soluzione che permetterebbe a Ranieri di usare sia che Pizarro in zona centrale, senza decentrare nessuno dei due, e che sicuramente potrebbe essere di aiuto anche per , che a Palermo è tornato al gol su azione che gli mancava dal 9 maggio (Roma-Cagliari), ma che aveva più di un motivo per non essere contento.
 
Abituato a giocare come catalizzatore della manovra — e sempre pronto allo scambio con i compagni che si inserivano — si trova ora in una situazione molto diversa dal recente passato. Menez parte quasi sempre palla al piede e Borriello è un finalizzatore. Questo significa due cose: 1) trova molta fatica a trovare compagni pronti a ricevere, ma anche a restituire il triangolo; 2) deve arretrare spesso per trovare il pallone e qualche volta non basta nemmeno questo.
 
Non c’è idiosincrasia tra il capitano, Menez e Borriello — i piccoli screzi in campo tra compagni di squadra sono fisiologici — ma è sotto gli occhi di tutti che il migliore era quello che dialogava con Vucinic e Perrotta. Ma il montenegrino è stato spesso in panchina e Simone infortunato. Chissà se contro il Chievo ci saranno?