IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - È il destino che chiama. Quel destino «da adesso soltanto nelle nostre mani». Parola di Claudio Ranieri che, dopo essere tornato in corsa in campionato, adesso vuole chiudere il discorso qualificazione in Champions allOlimpico, davanti alla sua gente e contro la squadra più forte del girone. «Daremo tutto», ha promesso il tecnico. Perché, senza spingersi troppo
«Non abbiamo ancora fatto nulla - sono state le sue parole - e sappiamo che in Europa ci sono quattro o cinque squadre più forti di noi. Ma ogni volta che scendiamo in campo siamo pronti a giocarcela con tutti, non abbiamo e non avremo mai paura di nessuno, anche se di fronte abbiamo i campioni del mondo». Non lo sono i giocatori del Bayern, ma si tratta comunque del meglio - o quasi - che cè, visto che se non si fossero imbattuti nellanno di grazia di Milito e Mourinho, sarebbero saliti sul tetto dEuropa appena qualche mese fa: «Sappiamo - ha detto ancora Ranieri al Romanista - che hanno tantissima qualità e giocheranno con la mente sgombra vista la qualificazione già ottenuta, ma noi dobbiamo fare la nostra partita. Ora che ho la squadra più viva cè un altro gusto. Lentusiasmo che abbiamo adesso sarà un aspetto importantissimo». Parole di circostanza? No, lallenatore giallorosso ne è convinto davvero. Lo sa, lo sente, lo vede negli occhi dei suoi ragazzi e in quelli della gente che, passo dopo passo, ha ripreso a soffiare dietro alla squadra. Probabilmente la sconfitta allAllianz Arena è nata proprio perché la testa non era quella giusta : «È vero - ha confermato Ranieri sempre durante il forum - si è parlato di catenaccio, di squadra tutta in difesa... Ma io sono stato il primo a cui non è piaciuto come abbiamo giocato. Avevamo preparato un tipo di partita ben diverso, ma non siamo riusciti a fare quello che avevamo in mente: tenere palla e creargli dei problemi, noi più rapidi, mentre loro hanno peso e centimetri. Non è andata bene e quindi, visto che lallenatore deve saper leggere la gara, abbiamo cambiato strategia. Qual era? Piove, fa freddo... Copriti e aspetta».
Anche in questi giorni piove e fa freddo, ma la coperta la Roma la butterà via: affronterà il Bayern a viso aperto, consapevole che «possiamo battere chiunque. Sono più forti di noi? Bene, entrino in campo e lo dimostrino. Noi saremo lì, ci faremo trovare pronti». Poi che sarà sarà. Perché contro la squadra di Monaco non può essere mai diversamente. È il destino che chiama. E la Roma è pronta a rispondere: sono il suo nome, e la sua storia, a dirlo.




