Pepe è sicuro «Non era rigore»

15/11/2010 alle 09:46.

CORSPORT (A. BARILLA') - Voleva lasciare un’impron­ta contro la squadra dell’adolescenza. E ci è riuscito, anche se in modo ano­malo. Simone Pepe, bianconero di scuola romanista, sabato sera non ha segnato né propiziato gol, eppure, ven­tiquattr’ore dopo, si parla ancora e sol­tanto di lui, del braccio che ha murato la punizione violenta di Totti, del rigo­re che ha smontato il vantaggio di Ia­quinta e scatenato la rabbia della Juve. Reazioni dure, persino esagerate.

RACCONTO -La premessa di Pepe è un refrain:«Il mio intervento è stato iden­tico a quello di Boateng in Milan-Pa­lermo sul tiro di Miccoli...». Non con­vince, perché sottende l’invocazione di un’uniformità bizzarra: l’erronea asso­luzione del rossonero, non può diventa­re un“liberi tutti”come nel nascondi­no dei bambini. Il fatto è che Pepe non sottoscrive il fallo e giura di non aver potuto fare altrimenti:«Avevo Melo da­vanti, ho visto all’improvviso il pallo­ne. Era un missile e ho chiuso gli occhi, mi sono coperto d’istinto la faccia». E’la verità urlata all’arbitro inutilmente, anche se la protesta immediata aveva più radici:«Sul momento, pensavo di essere fuori area perché avevo fatto due passi in avanti: le immagini dicono inve­ce che non avevo varca­to la linea bianca». Sin­cero. E comunque ama­reggiato. Perché le mo­viole lo smentiscono sulla posizione ma raf­forzano la convinzione dell’involontarietà e ag­giungono il particolare del recupero:«Il tempo era finito, l’abbiamo saputo dopo».

BATTUTA -La furia delle polemiche non sottrae a Pepe il gusto della battuta. Riaffiora appena il colloquio si scosta dal rigore e scivola su Sorensen, bella sorpresa, disinvolto e sicuro anche nel secon­do match da titolare, peraltro da terzino de­stro, ruolo che non gli appartiene.« Il mister m’aveva chiesto di dar­gli una mano, ma se l’è data da solo. Sfrontato, anche troppo: gli dice­vo di darmi palla e lui crossava... Complimenti, alla faccia dei diciot­t’anni».

ANALISI -Pepe riepiloga la partita che ha marchiato suo malgrado, il pari brucia ma racchiude buoni segnali:«La Roma ha esercitato un possesso palla maggiore, però sterile. Noi ab­biamo avuto le occasoni migliori. Al di là del risultato, abbiamo confer­mato di potercela giocare con tutti: rimarremo competitivi fino alla fine. Io meglio a destra? E’ la fascia dove ho giocato più spesso negli ultimi an­ni, però non ho problemi a cambiare posizione. Ora sto bene, ho avuto un calo ma era preventivato». Domanda finale su Aquilani, il più atteso di Ju­ve- Roma:«Splendida prestazione, se è un po’ calato è stato per stanchez­zae non per emozione».

PROVA TV -Il ritorno alla polemica è una divisione di ruoli, un’aspettativa o forse un mandato:«Noi calciatori pensiamo al campo e basta. Tocche­rà alla dirigenza farsi sentire nelle sedi opportune e siamo certi che lo farà». Intanto, Marotta si è fatto sen­tire pubblicamente, chiedendo ri­spetto e parità di trattamento. Non solo con riferimento ai rigori (legga­si differente interpretazione su Boa­teng) ma anche alla prova tv:«Così come è stata applicata per Krasic- le sue parole -la aspetto per Borriello che ha sgambettato Chiellini».