GASPORT (M. CECCHINI) - Quanto dista la Banlieu 94 di Parigi dai quartieri residenziali di Cordoba? Il metro imperfetto della classifica parla di soli due punti e tace su tutto il resto. Tocca a noi trasformare virtualmente loceano che separa lArgentina di Javier Pastore dalla Francia di Jeremy Menez in uno specchio su cui rimirare il talento della «meglio gioventù» della nostra serie A. La sfida fra Palermo e Roma
Ranieri vota Chi è migliore fra i due? Sul fronte giallorosso, la continuità mostrata dal talento francese ha spinto pochi giorni fa Claudio Ranieri ad un outing impegnativo: «Jeremy è il miglior giovane del nostro campionato». Vero o falso? Una cosa è certa: il pensiero di tutti è corso a Pastore, ai suoi gol e alla ribalta di mercato che in soli due anni di Palermo si è costruito. Per questo il parere del fantasista francese era atteso. «Lui è molto forte, ma io non guardo gli altri ha detto. Lavoro per laRomae se posso diventare un grande giocatore, lo diventerò. Io e largentino siamo due giocatori diversi ed ognuno cerca sempre di dare il contributo per la propria squadra». Frasi non impegnative, che lasciano ai più maturi i giudizi netti. A Ranieri, infatti, ha risposto il presidente Zamparini, che ha così chiosato: «Menez è un grande giocatore, ma Pastore è di unaltra categoria. È uno come Messi o Ibrahimovic. Al momento vale 50 milioni».
La metà Dal punto di vista puramente economico, non cè dubbio che largentino per ora rappresenti una plusvalenza assai maggiore. Costato 5,7 milioni e con un ingaggio di poco superiore ai 500 mila euro, Pastore è stato pagato più o meno la metà di Menez, che la Roma ha prelevato dal Monaco per 10,5 milioni e su cui ha stanziato uno stipendio di oltre 1,5 milioni a stagione. Non solo. Se il francese in 86 presenze da romanista ha segnato «solo» 10 gol, largentino risponde con 11 reti in 55 apparizioni.
Futuro Nazionale Insomma, giudizio già scritto? Meglio non correre. Inutile dire che trovare spazio nella Roma di Totti, Borriello, Vucinic, Baptista e Adriano è assai è più complicato che farsi strada in rosanero. In fondo, proprio il fatto che col nuovo modulo Menez sia diventato titolare proprio a spese di qualche «big», è la migliore garanzia di come il suo talento abbia finalmente imboccato la strada della continuità. E se nel clima di rinnovamento che Argentina e Francia hanno già inaugurato Pastore ha già conquistato il cuore del c.t. Batista, con Blanc in panchina non è lontano il giorno in cui anche Menez sarà un punto fermo dei bleus. «Punto su di lui», ha detto il commissario tecnico. Jeremy ci crede, anche perché sa qual è il suo punto debole: «Devo segnare di più». Pastore si è già portato avanti anche su questa strada, ma chissà che già domenica Menez non voglia rifarsi del tempo perduto.