IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Un destino da numero 1. Così come il suo papà o, per dirlo nellaltra sua lingua, tata. Aleksandar Vucinic è nato ieri, primo novembre, Mirko ha visto la luce sempre il primo giorno del mese, solo che era ottobre e, da quel giorno, sono passati ventisette anni. Letà giusta per diventare padre, per non sentirsi più solo ragazzo ma uomo, pronto a dire a tutti: «Sono il più felice del mondo». Lo è davvero, lattaccante venuto dal Montenegro, cresciuto a Lecce e sbocciato definitivamente a Roma, per la gioia più grande della sua vita.
Nulla, però, in confronto a quello che Mirko sta provando da ventiquattore. Chi lha visto in questi giorni racconta un ragazzo agitato, che non vedeva lora di conoscere il suo primogenito. Chi lha incontrato (o
sentito) ieri racconta di un uomo euforico, quasi incredulo di fronte alla grandezza di quello che gli è successo. Il bambino, che dicono somigli alla mamma, è nato al policlinico Gemelli, pesa 3.850 kg e ha già ricevuto
centinaia di messaggi daffetto. Da dentro e fuori Trigoria. Il primo a fargli gli auguri è stato De Rossi, poi a cascata sono arrivati anche quelli degli altri compagni di ieri e di oggi. Convinti, tutti quanti, che Mirko abbia
già in mente la dedica da fare ad Aleksandar. Domani o, magari, domenica pomeriggio. Cè bisogno di un gol nella partita più importante, anche per indirizzarlo bene, visto che da grande dovrà decidere quale squadra
tifare, se quella di mamma o quella della città in cui è nato. Quale sarà la scelta ovviamente non è dato sapere, ma Aleksandar Vucinic è, a tutti gli effetti, un figlio di Roma. E questo dovrà pur contare qualcosa.