Montella: «Ha vinto il carattere»

30/11/2010 alle 10:32.

IL ROMANISTA (V.META) - Quando il triplice fischio mette fine a settanta minuti di battaglia fra pioggia, fango e sudore, i ragazzi che hanno fatto l’impresa hanno ancora energia per dare inizio ai festeggiamenti. Saranno i loro quattordici anni, sarà che a battere la Fiorentina ci tenevano tanto perché sapevano quanto importante fosse lo scontro con i viola, sarà che adesso fermare questa Roma sembra veramente difficile: è quasi notte quando i Giovanissimi Nazionali lasciano il campo, non prima di un lungo abbraccio collettivo che ha coinvolto lo stesso Vincenzo Montella, di solito piuttosto distaccato quando c’è da esultare.

Quella di domenica era una partita con un coefficiente di difficoltà molto più elevato rispetto alle gare giocate fin qui: i viola erano primi in classifica, imbattuti e con la bellezza di 56 gol all’attivo. «Ma l’avevamo preparata come tutte le altre. Certo, i ragazzi sentivano che era una sfida importante, ma il loro approccio alle gare deve essere sempre lo stesso». La battaglia di Firenze ha tanti protagonisti: dagli autori dei gol Shahinas e Damiani, a Marchegiani che ha parato il rigore di Segoni, fino a Steri e Ansini, rispettivamente ala destra e centrocampista di fantasia, terzini d’eccezione (peraltro entrambi con ottimi risultati), fino a Pellegrini e Adamo, monumentali a centrocampo, che si sono battuti come leoni senza cedere di un millimetro contro gente come Bangu e Berardi. Ma anche i centrali di difesa e Montesi (il gigante Gondo ha avuto ben poca libertà d’azione) e l’esordiente Simone Ravot, arrivato in estate da Sassari e alla sua prima assoluta in maglia giallorossa, e poi Ortenzi e Verde, imprevedibili anche nel pantano. Difficilmente questi ragazzi si dimenticheranno un’impresa del genere. È questo un po’ il timore di Montella quando dice che «adesso si sentono più forti e dobbiamo stare attenti a non esagerare. Già da martedì (oggi, ndr) bisognerà mettere da parte l’euforia e tornare con i piedi per terra. Questa è una vittoria bella ma anche pericolosa». Ha gli occhi che brillano l’Aeroplanino, mentre predica calma, e intanto dallo spogliatoio della sua Roma riecheggia un “salutate la capolista” che rompe il silenzio della periferia . Lasciateli urlare, i giovani guerrieri.