CORSPORT (P. TORRI) - E come un deja vu. Del resto la recente vicenda della simulazione di Krasic a Bologna, era già stata un inquitante campanellone dallarme. Con la Roma stupita, per non dire di peggio, di tutto quello che ha sentito, a caldo, dopo la conclusione della sfida contro la Juventus. Un ritorno al passato di cui tutti avremmo volentieri fatto a meno, meno la Juventus che pare attraversare un periodo di restaurazione.
CONTRASTO - La Roma ha gradito poco le esternazioni bianconere, ufficializzate dalla voce di Beppe Marotta che, fino a sabato sera, mai nella sua carriera era andato così sopra le righe. Soprattutto perché certe dichiarazioni sono state perlomeno inopportune, in contrasto lapalissiano con la realtà di quello che è accaduto in campo, come certificato ieri mattina dai commenti di tutti i moviolisti, da Torino a Lampedusa. Provare a far passare il messaggio che i giallorossi non siano usciti sconfitti a Torino grazie alle decisioni arbitrali è un marchio di fabbrica daltri tempi, certo non marottiano, da sempre dirigente apprezzato per equilibrio e lealtà.
VOCI - Addirittura cè chi sostiene che certe parole a Marotta siano state suggerite, anzi addirittura imposte (ma che sia rientrato qualcuno nel club bianconero e non ce labbiano detto?) ma ci rifiutiamo di credere a unipotesi del genere. Restano i fatti. E parlano di una realtà distorta, con laggravante di voler legittimare lerrore (fallo di mano di Boateng contro il Palermo non fischiato paragonato a quello di Pepe sanzionato) a proprio uso e consumo.
POLEMICA - La Roma non aveva gradito neppure a caldo, tanto è vero che nel dopo partita cè stata anche una dura polemica tra Gian Paolo Montali, uno dei massimi dirigenti giallorossi ed ex membro del cda della Juventus, e alcune tv nazionali che, dopo le parole di Marotta, non hanno permesso un immediato diritto di replica alla Roma. Lirritazione di Montali non è svanita neppure il giorno dopo: «Sono sconcertato. Se cera una squadra che si doveva lamentare, questa era la Roma. Cè stato negato un rigore netto, ce nè stato dato uno altrettanto netto, Menez è stato ammonito dopo un minuto, lo stesso metro di giudizio non è stato applicato con Felipe Melo. Non ho riconosciuto Marotta nelle parole che ha detto, si vedeva dalla faccia che neppure lui credeva a quello che stava dicendo. Mi è sembrata quasi una scelta sistematica e studiata a tavolino. Ci vuole coerenza, non si può una domenica dire di voler aiutare gli arbitri e poi la domenica dopo lamentarsi, oltretutto su episodi su cui non cera nulla da lamentarsi. Così si rischia il far west e far passare il messaggio ai giocatori che si vincono le partite e i campionati con gli aiuti arbitrali. Non vorrei che in un campionato così equilibrato si cercasse di spostare gli equilibri con pressioni sugli arbitri. Forse le dichiarazioni della Juventus sono state determinate da quelle di Zamparini. Le nostre lamentele a Brescia? E stato un episodio, supportato da tutte le moviole del mondo. La Juve, invece, non aveva nulla da lamentarsi, anzi. E questo non va bene» .
APPELLO - La Roma, infine, ha gradito poco anche lappello alla prova televisiva nei confronti di Borriello (sgambetto a Chiellini). A parte lo stile zero a proposito dellappello, il regolamento parla di fallo violento per appellarsi alla prova tv. In questo caso non cè la stessa chiarezza, nonostante quello che sostiene la Juve, sulla simulazione di Krasic, altro recente caso in cui cè sembrato di vivere un deja vu. Deciderà il giudice su Borriello. Noi aggiungiamo solo una cosa: e Chiellini che invitato dallarbitro a lasciare il campo perché sanguinante, come da regolamento, che si sdraia in campo e non viene neppure ammonito, è stata una decisione a favore della Roma? Neppure Moggi, forse, lo azzarderebbe.