CORSPORT (R. MAIDA) - Un urlo sincero, molto romanista, sovrasta le altre voci alluscita dal campo. « Sì, sì, sì ». E Daniele Pradè a ripeterlo tre volte, tre come i derby consecutivi vinti, tre come le vittorie di fila della Roma, mentre i giocatori si abbandonano alla gioia senza freni inibitori. Daniele De Rossi, capitano di giornata e di chissà quanti altri derby, si arrampica sul cancello della Curva Sud per sentire fisicamente, addosso, il calore della sua gente.
IL DIESSE -Pradè esulta anche davanti ai microfoni, dopo essere stato investito da valanghe di abbracci.« E una vittoria che può cambiare la nostra stagione- spiega il direttore sportivo -. Forse è uno dei successi più belli della mia carriera. Ho chiamato subito la mia famiglia, perché io vivo per la Roma ed ero molto teso prima della partita. Sono contento per Simplicio, per Greco che è andato alla grande, per i tifosi, ma soprattuttoper il gruppo. Avete visto che tutti sono andati ad abbracciare Adriano in panchina? ». Vero, è successo sul 2- 0. Ora Pradè guarda lontano:« Ci siamo, ci davano per finiti e invece abbiamo ancora molto da offrire. Non ci sono mai state crepe in società, né tra i dirigenti né con lallenatore. Speriamo che lesempio dellanno scorso, con quella falsa partenza, sia di buon auspicio. Siamo uniti e vogliamo continuare a risalire tutti insieme ». Concetto ripetuto dallaltro dirigente Gian Paolo Montali:« Stiamo scalando di nuovo le posizioni, grazie a un trend positivo. Ma non cè tempo di festeggiare: nelle prossime tre partite ci giochiamo molto. Juve e Milan sono lì con noi, siamo in corsa, però rimaniamo con i piedi per terra».
GOLIARDIA -E se la Roma chiede prudenza e fatica, i tifosi già volano con la fantasia. Alluscita dallOlimpico saltano, ballano, si coccolano gli uni con gli altri. Si sono divertiti tanto e non vogliono smettere. Negli ultimi minuti del derby, dopo il rigore di Vucinic, la curva ha dato il via agli sfottò:« Vincerete il tricolor »e « Tutti a casa »erano i cori più gettonati della minoranza rumorosa, che accompagnava i passaggi dei giocatori romanisti con gli irridenti«olè». Ma cè stato altro: una canzoncina ironica destinata allaquila Olympia («Il piccione dove sta?»), e un foglio esposto dal team manager Salvatore Scaglia davanti alla tribuna Monte Mario, con la scritta«Oh noooo...»che faceva riferimento allo striscione di Lazio-Inter. Un ricordo che ancora indignala Roma.