L’urlo della Sud ha interrotto il "che sarà sarà" di 25 anni fa

24/11/2010 alle 10:24.

IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - A un certo punto, non è sembrato poi così lontano, quel Roma-Bayern dell’85. Nel bene come nel male. In campo e sugli spalti. Anche se lo stadio ha una copertura in più e qualche spettatore in meno (solo qualcuno, perché il pieno, o quasi, c’è anche stasera). Le stesse sciarpe tese al fischio d’inizio, in curva (ma anche in tribuna); la stessa voglia di far sentire la propria voce per tutta la partita.



Che non è da “dentro o fuori”, com’era allora, in quel quarto di finale di Coppa delle Coppe. Ma ha rischiato seriamente di esserlo, nei fatti, anche oggi. Ma non c’è bisogno, stasera, di cantare “Que serà serà”. Anche perché è scontato che questo pubblico difficilmente verrà mai meno al “sempre ti sosterrem”, o all’“ovunque di seguirem”. Se la squadra, all’intervallo, non c’è, il pubblico – manco a dirlo – c’è, eccome. Perché c’è sempre stato.



Nello spicchio dei tifosi tedeschi c’è una lunga serie di striscioni biancorossi. “Red Power”, recita uno. “Red Sharks” un altro. Che ci sia rispetto reciproco è subito evidente dall’assenza, o quasi, di cori rivolti contro l’avversario. E uno striscione, che compare al centro della Sud, sembra confermarlo: “Thank you for your respect. Freedom for ultras” c’è scritto a chiare lettere.

Dopo il brutto primo tempo, la ripresa comincia infatti tra i cori della Sud, che ripartono più forti di prima. Ma siamo ancora a 25 anni fa. Stessa sconfitta per 2-0 all’andata, e stesso risultato al ritorno, con i tedeschi avanti per 2-1 a pochi minuti dal termine. Ma, stavolta, c’è da giurarlo, non può finire nello stesso modo. La squadra ci prova in tutte le maniere. E chi può risolvere la partita se non e . Arriva il 2-2 di Danielino. E poi il sigillo del . Lo stadio esplode come non accadeva da tempo. Non è davvero più tempo di cantare “Que serà, serà”. Stasera basta, e avanza, “As Roma, io non vivo senza te”