TERRA (R. ANITORI) - I ricorsi, finora, non sono serviti a nulla. La Corte dei Conti, infatti, ha confermato il sequestro conservativo disposto a maggio nei confronti della San Raffaele spa, del gruppo Angelucci, i cui proprietari sono sotto inchiesta con laccusa di aver truffato il servizio sanitario regionale del Lazio e dellAbruzzo per oltre 100 milioni di euro. Dalle indagini che hanno portato al sequestro conservativo sarebbe
Accuse gravi che hanno portato al sequestro conservativo, fino al giorno della sentenza definitiva, di sei case di cura. I giudici della Corte dei Conti ritengono, infatti, «altamente probabile» che la Società debba rispondere del reato ipotizzato nel procedimento penale. Ma non solo. I magistrati contabili sostengono che, se non si procedesse al sequestro conservativo dei beni, in caso di condanna definitiva ci sarebbe il rischio di subire un danno difficilmente riparabile «posto che - si legge negli atti - lelevato volume di attività tuttora intestato alla San Raffaele spa potrebbe venire a mancare per effetto di non improbabili provvedimenti di revoca degli accrediti e dei convenzionamenti, connessi alle gravi ipotesi di reato» contestate. Due le ordinanze di conferma del sequestro.
La prima, successiva alludienza del 2 luglio in cui il giudice designato Andrea Lupi ha incontrato le parti (il pm Minerva, lavvocato Merelli per la Asl RmH, i legali Calvi, Pellegrino, Cucci e Maya per la San Raffaele spa); la seconda, firmata da Salvatore Nottola, in qualità di presidente aggiunto della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Regione Lazio, dopo aver esaminato il reclamo della difesa del 24 agosto scorso che chiedeva la revoca del sequestro o quanto meno la sua riduzione.
Esaminati tutti gli atti del fascicolo processuale, la Corte dei Conti ha accolto soltanto lobiezione dei ricorrenti in merito allesatta quantificazione dellipotetico danno, per le fatture ritenute dallaccusa irregolari o inesistenti, e quindi illecitamente addebitate al servizio sanitario. La difesa ha rilevato che «il fatturato relativo agli anni 2004-2008 non è pari a 134.753.490,95 euro, perché la somma di 8.217.988,71 non è mai stata pagata (ndr dal Servizio sanitario)». E il magistrato ha ridotto il valore del sequestro conservativo esattamente a 126.535.502,24 euro. Uno sconto che non ha consentito comunque il dissequestro di nessuno dei beni immobili oggetto del primo provvedimento giudiziario. Il giudice Nottola, invece, ha disposto il dissequestro dei crediti dovuti alla società dalla Asl RmH o da altri soggetti pubblici e privati, senza però escludere eventuali contestazioni giudiziarie.
Articolo del 6/11/2010