Gli assist della Curva Sud

25/11/2010 alle 11:41.

IL ROMANISTA (P. MARCACCI) - Abbiamo ancora negli occhi le immagini di quella che sarà ricordata come una serata epica, una notte che non trova paragoni neppure nelle notti di sogni e Coppe dei Campioni di quella cavalcata che portò alla finale del trenta maggio, senza scrivere l’anno perché quella non è più cronaca e nemmeno storia: è entrata di diritto nella metafisica, anche pe

Ma oltre che averla ancora negli occhi, la serata l’abbiamo anche nelle orecchie: ci perdoni il sontuoso Jerry, ma gli assist più belli son venuti dalla Sud. La curva non è stata solo trascinante dal momento in cui, pronti via per il secondo tempo, il francese se n’è andato sotto il naso di Van Gaal per recapitare il pacco dono dell’1-2 a Borriello; la curva ha fatto sentire la sua presenza soprattutto e a cominciare da quei due momenti nerissimi di partita, nei quali chiunque ha pensato che altro non fossero che definitivi: "Roma!" ha rimbombato, ha ruggito lo stadio infreddolito per ognuno dei due goal di Gomez, che proprio lì sotto sembrava aver liquidato la questione, la serata, la nostra .

Eppure il pubblico era lì, come un parente irragionevole al capezzale di un malato dalle condizioni irreversibili. Nonostante tutto. E se la Roma ha rovesciato il destino, se ha ritrovato se stessa dopo un quarto d’ora di occhi negli occhi, è stato innanzitutto per la sua gente, per l’eco della speranza che veniva da là sopra; là sotto Borriello avrebbe scritto, quasi subito, il primo capitolo della storia vera, che una volta tanto ha sostituito quella apparente.

Fino a quel rigore stavolta tutto nostro, senza i Pirlo che delegano e i Lippi che esultano. Curva di passione e stadio come un abbraccio: a descriverlo così, sembra si stia parlando di un tutto esaurito, delle cosiddette "grandi occasioni" che i botteghini non conoscono quasi più; invece era solo la carica dei quarantamila, come ha paradossalmente titolato il nostro quotidiano alla vigilia: non fa nulla, stavolta; evidentemente l’Olimpico, grazie alla sua curva, è riuscito ad andare persino oltre le sue assenze, cantando anche per chi non c’era. E chi non c’era, statene certi, stavolta ha rimpianto tutto: pure il traffico delirante, i parcheggiatori-strozzini, l’umidità del Tevere. Una serata così fortemente simbolica, perché non dovrebbe essere anche il simbolo di un’inversione di tendenza?Contro la Tessera del tifoso, sempre; ma oltre la tessera c’è la Roma: un valore assoluto che l’idiozia dei burocrati potrà solo tentare di ostacolare, mai impedire. E sarebbe un altro tre a due, in rimonta.