Generazione Greco Quando la fama arriva dopo la fame

09/11/2010 alle 09:27.

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Non è mai troppo tardi per cambiare vita. Basta volerlo o basta avere l’occasione giusta e sfruttarla fino in fondo. Del resto, ci sono quelli nati imparati e quelli che hanno bisogno di tempo per imparare. E per farsi apprezzare. Prendete il giovane Leandro Greco, 24 anni, moglie e figlio a carico, due mezze presenze in serie A (roba di oltre quattro anni fa...) prima della mezza presenza nel derby vinto domenica dalla Roma: dall’anonimato alle prime pagine; da uomo di troppo a uomo in più della squadra di Claudio Ranieri; da bravo ma lento a lento ma bravo, e la differenza non è così sottile, nel giro di cinquantasette minuti di gioco, recuperi compresi.

E pensare che in estate Greco, che negli anni passati è stato sul punto di cambiare mestiere prima per una setticemia e poi per problemi al cuore, è rimasto alla Roma solo perché non c’erano squadre interessate a lui. Un timidissimo interessamento in B, un altro meno timido in Prima Divisione ma nulla di concreto e permanenza forzata a Trigoria. Se domenica all’ora di pranzo la sua valutazione si aggirava sui 50 mila euro, dopo il fischio finale di Morganti era cresciuta dieci volte tanto. E ora si parla di lui come di un probabile, futuro titolare a centrocampo. Anche se non sta nemmeno sull’album delle figurine e anche se ancora tanti (troppi) sprovveduti addetti ai lavori lo etichettano come un giovane della Primavera.

La storia del calcio è piena zeppa di giocatori che sono esplosi tardi, che hanno conosciuto la fame prima della fama, che hanno dovuto aspettare tanto, forse troppo prima di diventare protagonisti. Della Generazione Greco fa parte Emanuele Giaccherini, il minuscolo esterno del Cesena, 25 anni, una vita da sconosciuto sui campi di terza serie e il pensiero brutto e ricorreente di smetterla prima dell’esplosione delle settimane passate, con tanto di interessamento azzurro di Cesare Prandelli. O quella di Davide Moscardelli, 30 anni, romano e romanista, centravanti del Chievo dopo una gavetta infinita nelle categorie inferiori. Ma al Grande Calcio sono arrivati tardi anche tre campioni del mondo, Luca Toni, Fabio Grosso e Marco Materazzi, che a ventiquattro anni giocava ancora in C con la maglia del Carpi. Ma l’importante, si sa, è arrivare; come e quando conta poco. Lo può confermare Fabio Quagliarella, 27 anni, attaccante della e della Nazionale che fino a poche stagioni fa rincorreva la gloria sui campi minori con le maglie della Florentia Viola o del Chieti. Poi ha segnato un gol da metà campo e, oplà, ecco le prime pagine dei giornali e gli inevitabili io l’avevo detto che era bravo dei profeti del giorno dopo.