GASPORT - Date unocchiata alle cifre, mettetele a confronto, studiatele, rivoltatele come calzini, e alla fine giungerete alla conclusione che il numero uno del derby di Roma si chiama Mirko Vucinic. Lattaccante è stato quello che ha calciato di più sia in porta (2) sia fuori (3), che più degli altri ha cercato il passaggio illuminante (2 assist), che più ha dribblato (2) e che più ha subiti falli (3). Francamente un allenatore non potrebbe chiedere altro.
Assistenza Ad aggiungere pepe alla prestazione, sempre in accoppiata con Borriello, Vucinic si è speso per mettere in difficoltà la difesa laziale con movimenti sapienti, frequenti «tagli», intelligenti duetti. I centraloni di Reja (Dias in particolare) sono andati ben presto in bambola. Dalla parte opposta, invece, a Floccari non è riuscita nemmeno la metà di quanto fatto da Vucinic. Demeriti suoi, certo, ma non solo. Gli è mancata lassistenza prima di Rocchi e poi di Zarate. Se in una partita un centravanti non riesce mai concludere in porta, un po può essere colpa della sfortuna, un po dellimprecisione, e molto del gioco globale della squadra che non è riuscita a metterlo nelle condizioni migliori.
Utilità Anche in termini di passaggi riusciti, e quindi di partecipazione alla manovra, Vucinic batte Floccari: 28 quelli del montenegrino, soltanto 12 quelli dellattaccante laziale. Che ha avuto pure poco coraggio: sol o un dribbling. La Lazio, nonostante la sconfitta, ha avuto un possesso-palla superiore rispetto a quello della Roma: 52 per cento contro 48. La squadra di Reja ha così distribuito le giocate offensive: il 37 per cento sulla fascia sinistra, il 30 per cento al centro, il 33 per cento sulla fascia destra. E De Rossi il giocatore che ha effettuato il maggior numero di lanci: 10. Il centrocampista non si è limitato a cucire la manovra con tocchi corti, ma ha pure cercato la giocata