![](/IMG/AS ROMA/EX/BIG-andrea conti.jpg)
IL ROMANISTA (D. GIANNINI) - Stadio St. Jakob-Park, sabato scorso. Il Basilea, avversaria della Roma domani in Champions League, batte 3-1 il Bellinzona in campionato. Non fa parte della partita per un problema fisico, ma in tribuna per stare vicino ai suoi compagni cè anche Andrea Conti, 33 anni, attaccante del Bellinzona nonché figlio maggiore del responsabile tecnico giallorosso. Quello che nel giorno delladdio al calcio di Bruno, allepoca aveva 12 anni, scese in campo per qualche minuto con la maglia della Roma
in Champions League, batte 3-1 il Bellinzona in campionato. Non fa parte della partita per un problema fisico, ma in tribuna per stare vicino ai suoi compagni cè anche Andrea Conti, 33 anni, attaccante del Bellinzona nonché figlio maggiore del responsabile tecnico giallorosso. Quello che nel giorno delladdio al calcio di Bruno, allepoca aveva 12 anni, scese in campo per qualche minuto con la maglia della Roma (mentre il fratello minore, Daniele, vestiva quella della Nazionale). Andrea, lavversaria più insidiosa tra la Roma e il proseguio del cammino europeo, lha vista da vicino. «Sì, sono infortunato ci spiega-. Ma sono andato comunque allo stadio per vedere la partita dalla tribuna. Ho avuto una distorsione alla caviglia in Coppa di Svizzera contro il Losanna, ma non è niente di grave».
Come ti trovi lì al Bellinzona?
Bene, in Svizzera si sta bene. Sono arrivato qui a fine carriera ed è stata una scelta giusta. Soprattutto per la famiglia. Qui è lideale per lo stile di vita.
Domani la Roma gioca contro il Basilea, voi lo avete affrontato sabato. Come è andata?
Abbiamo perso 3-1.
Proprio come la Roma.
Sì, con la differenza che loro hanno fatto riposare tutti quelli che avevano giocato titolari allOlimpico. Questo vuol dire che anche i ricambi sono validi e che non è una squadra da sottovalutare. Esattamente come si è visto a Roma.
Come va affrontato il Basilea?
Va affrontato imponendo il proprio gioco, perché la Roma è tecnicamente superiore. Ma se la prendi sotto gamba, e non ci metti la concentrazione giusta, poi vai in difficoltà. E una squadra soprattutto fisica.
E lambiente del St. Jakob-Park come è?
Lo stadio è bello, perché gli spettatori sono attaccati al campo, i tifosi sono lì a un passo. Lo stadio porta 40 mila spettatori e credo che sarà pieno. Un loro punto forte è il tifo, cantano dallinizio alla fine. Come si dice, sono il dodicesimo uomo in campo. E come qui da noi allOlimpico.
Dici qui da noi. Non ti sei dimenticato la tua Roma.
No, assolutamente. Io sono romano e romanista.
Il calcio svizzero è cresciuto?
Negli ultimi anni il livello tecnico si è alzato parecchio. Qua tutti pensano che in Svizzera ci sia un campionato minore. Anche se nella massima serie ci sono 10 squadre, è cresciuto molto. Tantè che sono arrivati anche molti italiani. Abbiamo Diana, poi anche Edusei... Comincia ad essere un campionato importante.
A proposito della Svizzera. Tu ci sei arrivato dopo aver girato tutta Italia. Rimpianti per una carriera che poteva essere anche migliore di quella che hai fatto?
Il problema è che, subito dopo lesordio, ho avuto un infortunio alla caviglia per cui sono stato fermo 3 anni e mezzo. Mi feci male lanno dopo il debutto con la Roma disputando il Torneo di Viareggio contro il Bayern Monaco. Ho subito due operazioni, ho recuperato, poi mi sono fatto male alla spalla. Quelli erano gli anni più importanti. In pratica ho cominciato a giocare a 25 anni. Poi ho iniziato a girare, perché quando si viene da un infortunio non è mai facile riprendere. Alla fine mi sono sistemato qui, questo è il quarto anno. Mi sono tolto delle belle soddisfazioni vincendo un campionato di Serie B, facendo lEuropa League, arrivando alla finale di Coppa di Svizzera. Sono soddisfatto.
A proposito di esordi, tu lo facesti con la Roma nella stagione 1996-97.
Sì, con Carlos Bianchi in panchina, a Cagliari.
Che ricordi hai di quella stagione con la maglia della Roma?
Guarda, resta il rammarico di non aver esordito allOlimpico. Mi ricordo che, in occasione di Roma-Napoli di quellanno, ero pronto ad entrare, ero già sulla linea del fallo laterale, cera pure il cartello per la sostituzione. Stavamo 0-0 e proprio in quella azione segnò Aldair di testa. Così mi rimisi seduto e Bianchi fece entrare Annoni al mio posto.
In realtà allOlimpico con la maglia della Roma ci hai giocato, quando eri piccolissimo nel giorno delladdio al Calcio di tuo papà Bruno.
Di quella sera mi ricordo la gente, la stima per mio padre. Lo stadio pieno il giorno dopo aver perso la finale di Coppa Uefa con lInter. E stato incredibile. Non credo che nessun giocatore sia mai riuscito a fare tanto. Io ero un bambino, sono entrato in campo e, anche se ho giocato pochi secondi, ho cominciato a correre
come un pazzo. Fu bello veramente.
E sei rimasto romanista. La Roma la segui sempre?
Sì, sì. Qui ho Sky, le vedo tutte anche se la Roma ci fa sempre soffrire.
Che ne pensi della Roma di questanno?
Penso che non riesce a trovare continuità. Come lanno scorso. Cè stata una partenza col freno a mano tirato, poi magari alla fine si riescono a fare tanti punti.
Papà Bruno vorrebbe che tu e Daniele prima o poi tornaste a Roma?
No, mi dice stai lì. Anche perché qui sto bene. Ho la famiglia, sono sposato, ho due figli di 4 e 7 anni. Anche mio fratello a Cagliari sta bene. E stata una scelta nostra.
A fine carriera cosa pensi di fare?
Ancora non lo so. Abbiamo dei progetti con mio fratello e mio padre, ma ancora niente di concreto.
Ultimo consiglio alla Roma per battere il Basilea.
La Roma deve giocare da Roma. Se fa così, non ce ne è per nessuno. Se abbassi i ritmi, invece, diventa dura perché loro hanno giocatori importanti soprattutto davanti. Gente che alla prima distrazione la mette dentro. Il Basilea è una squadra da non sottovalutare, fisica ma anche tecnica.
Andrai a vedere la partita allo stadio?
No, la guardo da casa. Anche perché sono due ore mezza di macchina fino a Basilea e qui in Svizzera sono precisi, non si può mai superare il limite.