Borriello: «Roma sei unica»

25/11/2010 alle 10:27.

IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Agli amici e ai fratelli l’ha confidato ancora prima che alle telecamere di Sky, dove si è presentato in accappatoio e con un sorriso stampato in faccia che ha fatto impazzire tutti i tifosi, uomini e donne: «Qui c’è un pubblico meraviglioso. Me ne avevano parlato, ma certo non immaginav

i tifosi, uomini e donne: «Qui c’è un pubblico meraviglioso. Me ne avevano parlato, ma certo non immaginavo una roba del genere.... Che spettacolo mamma mia...». Marco Borriello se ne era già accorto da avversario, ma adesso che gioca nella Roma ha tutta un’altra consapevolezza. Data «dall’amore immenso» che la gente romanista ha per la sua squadra e che ha portato la a spingere la squadra a una rimonta fantastica. Anzi, «da pazzi», come ha detto sempre Supermarco a chi lo conosce bene e vive accanto a lui le emozioni di questi primi mesi romani. 
 
Arrivato a Roma in fretta e furia l’ultimo giorno di mercato, atterrato a Ciampino tra l’euforia generale senza aver avuto neanche il tempo di fare i bagagli, si è sistemato in un grande albergo con tanto di campo da golf, dove tutti lo descrivono come una persona meravigliosa. Ha scelto una casa in centro, preferendola, nonostante il traffico, a una casa all’Eur o a Casalpalocco, dove vivono quasi tutti i suoi compagni. Con i quali, e questo è un aspetto da non sottovalutare nell’analizzare i 9 gol realizzati finora, va d’accordo dentro e fuori dal campo: esce spesso con , è molto amico anche di Adriano, ma non disdegna di fermarsi a pranzo a Trigoria con medici e fisioterapisti. Chi lo vede tutti i giorni lo descrive come un ragazzo educatissimo, sempre gentile e sorridente con tutti, molto concentrato sul suo look, tanto che esce quasi sempre per ultimo dallo spogliatoio. Con tanto di risate da parte di tutti gli altri giocatori. I quali, a loro volta, l’hanno accolto a braccia aperte, consapevoli di trovarsi davanti «un bomber assoluto».
 
Quando può torna a Milano e non perché, come qualcuno ipotizza senza fare i conti con la realtà, sogna di giocare di nuovo nel Milan, ma perché lì, oltre a una casa, ha amici e persone che gli sono accanto da quando era un ragazzino e a cui, giustamente, è rimasto legatissimo. Borriello, alla faccia di quello che tante riviste di gossip si divertivano a dire soprattutto negli anni scorsi, è un atleta esemplare. Va
a cena fuori come è normale, in particolare in un noto ristorante di Ponte Milvio e cura molto l’alimentazione, pur amando molto la pizza. E, da buon napoletano, non potrebbe essere diversamente. Sente ogni giorno la famiglia, la mamma e i fratelli e quello minore, Fabio, lo raggiunge spesso a Roma. «Dove - ha assicurato fin dal primo giorno - mi trovo benissimo». Marco l’ha confermato anche al sito Uefa.comsubito dopo la fine della partita con il Bayern: «C’è un po’ del mio marchio dietro questa vittoria, ma devo dire grazie anche ai miei compagni. Sul primo gol Jeremy ha fatto un’azione straordinaria, poi non so come sono riuscito a mettere il pallone in rete. Sul lancio di - ha aggiunto - sono stato bravo ad anticipare il ».
 
Sulla gara, Borriello ha detto: «Abbiamo giocato un grandissimo secondo tempo e adesso ci manca un punto che dobbiamo prendere a Cluj. Nel primo tempo abbiamo pagato un po’ i ritmi bassi, nel secondo abbiamo cambiato modulo con Menez sulla destra e Vucinic sulla sinistra e abbiamo alzato il ritmo. A quel punto è venuta fuori la qualità che abbiamo, lo stadio ha preso entusiasmo e siamo riusciti a portare a casa la vittoria». Da condividere, neanche a dirlo, con tutto lo spogliatoio giallorosso. Tra baci, abbracci, "pizze" in testa e consapevolezza che «comunque ancora non abbiamo fatto niente». Parole sante, quelle di Borriello. Uno che vuole vincere a tutti i costi e che reputa l’esperienza romana come la grande occasione della sua carriera e non, come detto sempre da chi si diverte a sparlare, una seconda scelta rispetto al Milan. Qui si sente «valorizzato», qui vuole entrare nella storia, qui vuole fare valanghe di gol anche per convincere Prandelli che è lui la punta giusta per la Nazionale. A proposito di azzurro, il giorno della prima convocazione da quando indossa la maglia della Roma, ha confidato a Coverciano: «Non so perché, ma sento che questo sarà un anno da ricordare». A buon intenditor...