IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Io ho deciso, ma stavolta non dico se Totti giocherà dallinizio». Il ballottaggio sulle punte piace a Ranieri. Accadde pure lo scorso 23 gennaio e sempre contro la Juve, quando la Roma vinse a Torino, con il capitano partito dalla panchina e subito in campo, perché al secondo minuto si fece male Toni, in
«Io sto bene ed è già tanto. Comunque questa è già una tappa chiave verso lo scudetto» dice Totti che incrocerà in campo lex Aquilani. «E lo saluterò, ci mancherebbe». Ma unammissione recente di Alberto gli è piaciuta a metà («Da bambino sognavo di giocare con Del Piero»). E abbraccerà Alex. «Noi vecchietti ci siamo sempre» chiarì in Svizzera, il 3 novembre, legando il suo ritorno al gol alla prodezza di Alex contro il Milan.
Nel campionato passato, allOlimpico torinese, Francesco segnò su rigore. In questo è ancora a digiuno, mentre Borriello è a quota 5 (7 se si conta la Champions). Marco, però, è lattaccante che ha giocato più minuti, il doppio degli altri, nelle ultime due partite. Se comincerà il capitano, la Roma di Torino somiglierà a quella di Basilea, del 3 novembre (a parte Mexes per Juan e Brighi per Perrotta). Lì Ranieri virò in corsa e fu rombo. Borriello entrò nel finale e, accanto a Totti, risultò decisivo.
Se toccherà a Marco che ad agosto, come Burdisso, disse no alla Juve, sarà la squadra del derby. Lumore di Vucinic, rimasto in panchina contro la Fiorentina, cancella ogni dubbio. Mirko ha il ghigno allegro del titolare. Come nelle ultime tre gare, Menez dietro alle due punte (su 13 presenze, 11 da titolare) perché «saltando luomo crea la superiorità numerica: è fondamentale contro il tatticismo». Il francese è qui pure se la spalla gli fa ancora male. A Roma già ne restano in troppi: Juan, Pizarro, Perrotta, Taddei e Okaka.