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IL ROMANISTA (D. GALLI) - In rigoroso ordine alfabetico: Cina, Emirati Arabi, Italia (due) e Stati Uniti. Fino a ieri, sarebbero provenute da questi Paesi cinque delle sei offerte non vincolanti per lAs Roma. Sei. Ma quando la musica cesserà, e si passerà allanalisi delle proposte pervenute, il numero potrebbe ancora crescere. Perché ieri sia Rothschild sia Unicredit lanciavano lo stesso identico messaggio
È questo lelemento che salta agli occhi. La maggioranza delle offerte viene dallestero. Indicativo. Come è stato sottolineato da "Il Romanista" proprio ieri, significa che, nonostante le difficoltà incontrate sul campo e fuori dalla nostra società - arbitraggi scandalosi, deferimenti sospetti, linfermeria piena e una legge sugli stadi che il Parlamento non ne vuol sapere di approvare - lAs Roma fa parecchio gola. Questa società è terreno fertile. Qui si possono investire centinaia di milioni di euro facendo leva su una passione straordinaria e su un marchio, un logo, uno stemma, la lupa capitolina, conosciuti in tutto il mondo. Con tutto il rispetto per laquila, le pecore di Formello e la bandiera della Grecia. Uno dei due soggetti italiani sarebbe (ma il condizionale, in questo caso, potrebbe essere superfluo) la famiglia Angelucci. E laltro? Logica impone che sia Angelini. Mica per niente, ma dopo avere espresso per un anno lintenzione di acquistare lAs Roma, sarebbe davvero strano se non fosse uno degli offerenti.