IL ROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - Le cose belle vanno fatte, e dette, lontano da occhi indiscreti, tanto più se sono quelli delle telecamere che trasmettono anche un battito di ciglia in mondovisione. Alberto Aquilani però ha voluto fare uneccezione: per gli abbracci e i saluti ha scelto gli spogliatoi, per i complimenti invece ha preferito i microfoni di Sky: «La Roma - ha detto al fischio finale - è una grande squadra, prendere anche un punto contro di loro è stato importante».
Anche Aquilani, la scorsa settimana, ha avuto parecchi problemi col sonno: da giovedì praticamente non è riusciuto a chiudere occhio, ogni volta che pensava alla partita aveva il batticuore e quando ha rivisto non solo gli ex compagni, ma anche tutte le persone dello staff romanista, si è emozionato. Con Totti cè stato un lungo abbraccio, con De Rossi anche, con Ranieri, che avrebbe fatto carte false per averlo con sé, una stretta di mano. Durante la partita, soprattutto nel primo tempo, il centrocampista ha dimostrato di aver messo da parte lemozione ed è stato il migliore in campo della sua squadra, pennellando lassist da cui è nato il gol di Iaquinta. Nei secondi quarantacinque minuti è calato alla distanza, così come tutta la Juve, ed è arrivato al novantesimo senza più energie. Fisiche e mentali, perché la partita contro la Roma laveva giocata nella sua testa almeno cento volte. «Alla fine però - ha confidato a chi gli è vicino - il tempo è volato». E, almeno fino al ritorno, il cuore può tornare a battere a un ritmo normale.
Dopo quella di sabato, oggi per lui sarà unaltra giornata speciale. Entro mezzogiorno Aquilani dovrà presentarsi a Coverciano, convocato per la prima volta nella gestione Prandelli. Il ct, nelle scorse settimane, aveva in qualche modo anticipato la chiamata per quello che, parole sue, «è uno dei centrocampisti più forti dItalia. È già stato in azzurro e se ne è uscito è stato solo per problemi fisici. Se ritroverà tranquillità e supererà i problemi fisici può essere un giocatore importante». Nel centro tecnico federale Alberto ritroverà De Rossi, lex compagno, lamico degli esordi nel calcio che conta, delle cene al ristorante, delle mille confidenze
che non si possono rivelare. Tranne una: quando nacque la figlia Gaia, nel 2005, Daniele gli disse: «È qualcosa che quando lo provi capisci cosè la vita». Alberto sorrise, tra qualche mese toccherà anche a lui provare la stessa emozione. E, cè da giurarci, la condividerà con gli amici di sempre, quelli che ha incontrato - e affrontato - sabato sera.