GASPORT (G. GREISON) - Nessuno spettacolo da salotto, da godersi con gli amici. Questo derby è stato più bello viverlo alla stadio, che con i riflettori puntati solo sul campo. Con l'aquila che fa il giro del campo, i bersaglieri che suonano la loro marcia militare, le Frecce Tricolori che tracciano solchi colorati in cielo.
Ma, anche, quelle due curve così poco spettacolari, senza striscioni, né sfottò, senza atmosfera. E, poi, l'elenco delle facce da tribuna: il cast di Romanzo Criminale, romanisti, da una parte, sorridenti e caciaroni; Enrico Montesano, Pino Insegno, Clemente Mimun, Daniela Di Sotto (ex Fini), i laziali, mogi, indispettiti, dallaltra.
Dettagli La tribuna Tevere non è bella da vedere: ci sono zone deserte, seggiolini vuoti, nessuna folla a colmarli. Olimpia, laquila biancoceleste, rimane al braccio delladdestratore, per il suo giro donore sotto la curva Nord, che espone pure uno dei pochi striscioni, citando il poeta Trilussa: «LAquila vola, tutto il resto striscia». Fischi dalla parte opposta. Poco dopo, per i 150 anni dellUnità dItalia, fa il suo ingresso in campo pure la banda dei bersaglieri, sui tabelloni dello stadio un omaggio al fondatore della Lazio, Luigi Bigiarelli, appunto bersagliere. I romanisti protestano, non appena la fanfara si avvicina al loro settore, il lancio di un grosso fumogeno ha arrestato la marcia dei militari. Poi, è il momento della partita, pochi cori, nessun dialogo a distanza tra le due curve. Le Frecce Tricolori che passano tra primo e secondo tempo, e replicano verso la fine. Quindi, i due gol romanisti, le polemiche arbitrali, le traverse fanno tutto il resto. Che si vedrà nitidamente nelle espressioni, nelle facce che escono dallo stadio: romanisti rinati e urlanti, laziali quasi offesi.