IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - «Un cambio in corsa, oggi, sulla panchina? Per carità, sarebbe una follia!». Ha le idee chiare, Antonello Venditti, riguardo alle scelte che andrebbero operate per venire fuori dallo stallo in cui versa oggi la squadra giallorossa. «Un nuovo allenatore dice si ritroverebbe con gli stessi problemi che ha Ranieri, con la differenza che Ranieri li conosce bene, perché li ha già risolti.
rimasto inchiodato ai suoi 193 gol. E che Vucinic potesse averne realizzato uno solo, per quanto importante. Si può essere pessimisti allennesima potenza, ma quello che sta capitando oggi alla Roma è roba che può succedere una volta in un secolo!».
Come stai vivendo questo momento?
Come tutti i tifosi. Guardando avanti con fiducia. E sapendo che non siamo certamente in un periodo fortunato. Con così tanti infortunati. Ma io, per natura, sono un ottimista. E aspetto sempre che la squadra esploda, e la situazione possa cambiare, radicalmente. Del resto, lo abbiamo già visto: quella con lInter è stata una bella partita. Cè già stata quindi una Roma migliore di questa. Mi auguro che torni quello spirito lì, e si mantenga poi stabilmente per tutta la stagione.
Come ti spieghi, alla luce del campionato scorso, una situazione così paradossale?
Credo che lassenza, a turno, di tanti giocatori sia tra i motivi che possono giustificarla. E parlo di giocatori importanti. Perché magari ne recuperi uno, ma te ne viene a mancare un altro. E così a seguire. Non avendo mai lorganico titolare a disposizione.
Al di là delle assenze, ritieni che Ranieri abbia delle responsabilità?
Credo che lui stia tentando di sparigliare. Toglie e mette, a volte sbagliando, ma credendo sempre nei giocatori, anche quelli in panchina, altrimenti non li utilizzerebbe. Lo fa, pensando che la consistenza tecnica possa di volta in volta migliorare. Ma credo anche che, ormai, abbia provato ogni sorta di cambio. E dispiace che, purtroppo, il giocatore che poteva dare un po di equilibrio alla squadra, Taddei, si sia fatto male di nuovo. Anche perché avendo optato, quasi obbligatoriamente, per un 4-4-2 che consenta a Borriello e Totti di coesistere, Ranieri si trova a non avere più esterni di ruolo per praticarlo.
E così. Sembra proprio quello che si dice un destino crudele. Ma noi dobbiamo credere nel fatto che il vento diventi di nuovo favorevole. Anche con un po di fortuna, visto che fino ad ora ne abbiamo avuta zero. Troppe le cose negative accadute alla Roma. Mi verrebbe da consigliare un viaggetto al Divino Amore. A volte mi auguro che un arbitro fischi un rigore in favore della Roma (fino ad oggi non ne è stato concesso neanche uno, ndr), solo per far sì che Totti arrivi a quota 194 e spezzi finalmente quello che mi sembra un incantesimo. Un sortilegio. Se penso a quante volte lho visto sfiorare il gol nelle ultime partite...
Che effetto ti fa vedere squadre come il Lecce o lUdinese sopravanzare in classifica la Roma,
o appaiarla come il Brescia e il Catania?
Il calcio non è matematica, ma esistono comunque dei valori oggettivi. E non posso pensare che vi siano davanti a noi squadre che non valgono certo la Roma. Tra laltro, non mi sembra che anche le più forti stiano facendo chissà che. Anzi. Sono tutte lì, a pochi punti. E quando la Roma comincerà a dimostrare tutto il suo valore, basteranno magari tre vittorie per riprenderle.
Qual è il segreto, dunque, per uscirne?
Avere un atteggiamento positivo. Ovvero, non andare allo stadio come se si andasse incontro ad un incubo. E vale per i tifosi come per i giocatori. Che sono i soli che possono cambiare il proprio destino. Limportante è non abbattersi. Stavolta è andata male? Andrà meglio la prossima. Anzi, deve scattare il ti farò vedere io. Altrimenti, cade lautostima e viene meno anche la convinzione, che serve sempre in campo. Tanto
per usare frasi fatte, mi viene da dire aiutati, che Dio taiuta o anche la fortuna aiuta gli audaci. Serve coraggio, per sconfiggere la paura. E voglia di aiutarsi, tutti, luno con laltro. Quello che ci conforta è che li abbiamo già visti, allopera. E quindi, perché non pensare che possano ripetersi? Serve fiducia. Da parte del pubblico verso la squadra. E dei giocatori verso se stessi. Bisogna ritrovare unità e compattezza. E quella
voglia di crederci, sempre. Fino allultimo.